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Teramo, professore allontana dall’aula ragazzi down: la lettera-denuncia

Teramo. “ La dignità e l’orgoglio di una ragazza down”. E’ questo il titolo di una lettera aperta che una nostra lettrice ci ha inviato per raccontare il disappunto per un episodio che si è verificato in un istituto superiore di Teramo.

La lettera. L’istituto alberghiero “ L.Di Poppa” da anni mostra sensibilità e competenza per la preparazione delle persone con handicap in progetti che tendono all’inserimento lavorativo ed è soprattutto grazie ad un progetto di “Classi Aperte” che i disabili hanno libero accesso ai laboratori e alle attività di classe anche se non di loro appartenenza….

Proprio grazie a questo progetto stamani, intorno alle ore 12/12,30 i ragazzi down si sono recati in una delle due aule di informatica che conta circa 25 computer ad aula per poter svolgere la loro attività alternativa alla cucina non potendo dedicarsi a questo loro indirizzo perché la sala era occupata nei preparativi di una manifestazione… i ragazzi di cui sto parlando sono sì, affetti da sindrome di down ma dotati di una serenità e di una tranquillità tale da non disturbare in alcun modo chiunque vi si trovasse come loro a far lezione nella stessa aula…

Al loro ingresso però il professore che vi si trovava a fare lezione con circa 8 alunni ( ripeto i computers a disposizione sono molti di più! ) ha categoricamente sostenuto con le assistenti educative di non voler accettare questa compresenza forzata ( è vero che quella  non era l’ora in cui i ragazzi dovevano fare la lezione di computer… ma anziché farli sostare senza far niente su qualche sedia o in giro per la scuola le assistenti cui i ragazzi sono affidati hanno pensato bene di impegnarli in quella che per loro è normale routine di scrittura menù, ricette di cucina o ricerche argomentative). Dunque ha imposto loro di allontanarsi o di ritirarsi nelle loro apposite aule….( in barba alla legge 104 che pure un docente dovrebbe conoscere!)

Il professore ha apostrofato altresì le assistenti dicendo loro che “nella sua ora sarebbe stato meglio che i ragazzi non fossero portati in aula computer, che non era obbligato a subire la loro presenza e che fosse stata necessaria la stessa, lo voleva leggere tramite circolare del preside d’istituto…. Il tutto non in disparte , solo con le assistenti o con la loro insegnante di sostegno, ma spudoratamente davanti a dei ragazzi che sono in grado di comprendere la loro condizione e il rifiuto di qualcuno che solo vedono come chi in segna delle cose interessanti e utili per loro!

Personalmente trovo la cosa deprimente dal punto di vista di chi viene chiamato a dare un’educazione quando di educazione egli stesso non è affatto a conoscenza… ma è triste pensare che in un aula immensa in cui ci sono tanti computers liberi , pochi ragazzi gentili, sensibili e loro sì, educati non possano svolgere un’attività del tutto regolare per la loro condizione e per il loro grado di apprendimento….

I ragazzi sono stati riportati in aula… nella solitudine e nella desolazione di tale scena alquanto deludente per loro che sono abituati ad essere accettati dai loro compagni ma a quanto pare rifiutati da certi insegnanti… mia sorella ha chiesto ad una delle assistenti se il motivo per cui erano stati cacciati era perché sono handicappati…. E qualcuno ha anche pensato di voler cambiare scuola … e mi pare anche scontato che se ne volessero andare da un ambiente in cui gli insegnati (non tutti per fortuna) sono i primi a non volerli accettare….

Merito alle assistenti, brave, sensibili e competenti che sono riuscite a rasserenare i loro animi con parole intelligenti e rassicuranti…. Ma mi chiedo se tutto come sempre deve poggiare sulle loro spalle senza che chi di competenza si prenda le responsabilità delle proprie azioni o chi ne dirige  l’operato prenda dovuti provvedimenti…

Non è la prima volta che questo professore osa mandare via da un’aula che non è di sua proprietà  e di cui i ragazzi possono usufruire proprio in virtù di quel progetto a classi aperte sopra menzionato… sono sinceramente stanca di vedere mia sorella tornare a casa e raccontarmi quanto da me scritto con l’orgoglio di qualcuno che nonostante la sua condizione e la conoscenza dei propri limiti mi chiede cosa abbiamo fatto di male perché quel professore non voleva farci stare al computer? Le ho risposto niente… ed è stato allora che lei mi ha chiesto di scrivere un articolo per il giornale perché altri ragazzi come me non devono essere cacciati dalle aule…..

Mi chiedo infine se si può lasciar correre un comportamento reiterante tanto sdegnoso soprattutto per un docente che dovrebbe dare il buon esempio davanti ai suoi alunni ma che invece non si fa scrupolo nel  discriminare una condizione che reputa fastidiosa …. Mia sorella e chi era con lei stamattina prima o poi finiranno il progetto…ma altri disabili prenderanno il suo posto… altri ragazzi down daranno il meglio di loro stessi per aggrapparsi alla vita e ad una società spesso ignara del male che procura… ma quel professore sarà ancora lì… al suo posto di docente …. Pronto a danneggiare fin quando glielo permetteranno l’animo sincero e semplice di chi cerca solo di cercare una strada di sopravvivenza…

Mi rimetto al giudizio pubblico…io come sorella ferita…che parla con il cuore ma nello stesso modo vorrei che ci stesse quel professore nel momento in cui non ha interrogato la sua coscienza quando ha imposto un divieto categorico senza senso e senza diritto a chi di punti alla sua cultura ne da’ certamente molti ma molti di più …. Sia in educazione che in umanità….

Lettera firmata