Entrambi hanno cercato di capire meglio le modalità con cui il corpo sarebbe stato fatto a pezzi, essendo di fronte a dei tagli effettuati con perfezione chirurgica. A questo proposito, sembrerebbe trovare sempre maggiore conferma l’idea che il cadavere sia stato sezionato utilizzando tre arnesi, più precisamente un macete, un coltello molto grande ed una piccola roncola da giardino, probabilmente quella rinvenuta assieme ai resti in una delle sei buste di plastica.
Scongiurata, invece, l’ipotesi del filo di ferro utilizzato per strangolare la donna. La vittima sarebbe stata, infatti, uccisa con una corda. Secondo alcune indiscrezioni, gli inquirenti credono che la tragedia si sia consumata in un garage o in un magazzino, di cui, però, si è ancora alla ricerca.
Nel frattempo, si continua ad indagare senza sosta sulle frequentazioni della vittima. Sembra, infatti, che molti dei tossicodipendenti che ogni giorno si recano alla Caritas per consumare il pranzo siano estremamente allertati. Le donne della mensa hanno, infatti, raccontato che nessuno si ferma per più di cinque, dieci minuti ai tavoli della Caritas, preferendo quasi scappare con aria intimorita. Due, in particolare, le piste che i carabinieri starebbero seguendo. Tra queste, quella che porta ad indagare su alcune persone dell’Est che solitamente si ritrovano in piazza Garibaldi, il luogo in cui Adele Mazza veniva spesso vista.
Tania Di Simone