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Teramo, consiglio comunale straordinario in ricordo delle vittime del terremoto

Teramo. Il 6 aprile 2009 è una data che resterà impressa nella memoria di molti. Quel giorno il terremoto ha distrutto migliaia di vite umane: 308 di loro non ci sono più, il resto piange la loro scomparsa.

Un lutto e un dolore che ha colpito anche la vicina città di Teramo, che ha pianto le sue vittime, i suoi giovani e che ancora oggi, vede davanti a sé i segni tangibili della distruzione.

Ad un anno da quel terribile giorno, l’Amministrazione Comunale di Teramo ha voluto rendere omaggio a chi sotto quelle macerie ha perso la vita.

E lo ha fatto con un Consiglio Comunale Straordinario, riunito questo pomeriggio al Parco della Scienza.

Un’occasione per ricordare, ma anche per riflettere, soprattutto sull’importanza della prevenzione.

“Un anno fa la storia di questa regione cambiava” ha detto il sindaco Maurizio Brucchi. “I ventisette secondi della scossa della notte del 6 aprile e le altre innumerevoli scosse susseguitesi per settimane, hanno investito il capoluogo, innanzitutto, devastandolo come sappiamo e lasciando dietro di sé lutto e dolore. Ma se L’Aquila è stato il luogo per eccellenza, anche simbolico, del terremoto, non va dimenticato che il sisma ha coinvolto l’intero l’Abruzzo, sia direttamente che indirettamente. Si è trattato di una grande prova che ha chiamato ad un coinvolgimento immediato, concreto e senza limiti: uomini e istituzioni, singoli e aggregazioni, privati ed enti pubblici; tutti cooperanti, dapprima per portare i soccorsi e più avanti per la ricostruzione. Ecco allora: se il primo ricordo, amaro e desolato, va alle 308 vittime del terremoto, se consideriamo le incalcolabili conseguenze sul patrimonio monumentale, edilizio, storico, subito dopo apriamo il cuore alla speranza, tornando con la mente alla straordinaria manifestazione di solidarietà che hanno saputo dare tutti coloro che, liberamente e senza condizioni, sono accorsi nei luoghi devastati per scavare tra le macerie, per soccorrere i feriti, per confortare le persone colpite: dagli uomini della Protezione Civile ai Vigili del Fuoco, dalle Forze dell’Ordine ai Volontari, dal personale sanitario ai tecnici. Una significativa prova, forse l’unico squarcio di bellezza che s’è aperto nella devastazione dell’evento”.

Brucchi ha poi presentato una “fotografia” dei danni subiti dagli edifici teramani, a cominciare dalla sede storica della Sala Consiliare in Piazza Orsini l’edificio in cui ha sede il Giudice di Pace, il Liceo Musicale G. Braga, il Museo civico in Via Delfico e diverse scuole.

In questo lungo anno, tanto è stato fatto. Come gli interventi a tutela dell’incolumità pubblica, ad esempio la messa in sicurezza dei campanili delle chiese, la chiusure di strade e scuole a rischio crollo; la gestione dell’emergenza idrogeologica immediatamente successiva al sisma; la verifica capillare degli edifici pubblici e privati sul territorio comunale; l’attività di istruttoria delle pratiche per l’ammissione ai rimborsi (ad oggi risultano censite 81 domande per edifici “A”, 146 “B”, 38 “C” e 11 “E”, per un totale richiesto pari a circa 13milioni di euro); gli interventi sul patrimonio comunale danneggiato, che vanno dalla verifica a tappeto sul patrimonio edilizio scolastico e pubblico di proprietà dell’Ente, alla programmazione degli interventi.

“Tutto è ancora in corso” ha concluso Brucchi. “Il terremoto continua a far ascoltare la sua eco, nelle conseguenze che ha prodotto. Ma l’insegnamento che dobbiamo trarre è ormai chiaro: la prevenzione, la costruzione secondo criteri antisismici non può essere lasciata alla volontà dei singoli, non può essere demandata alla correttezza degli operatori del settore, non può essere un mero principio. E’ la ragione per la quale ci riuniamo in questa seduta straordinaria, oltre alla doverosa commemorazione. E’necessario attivare i meccanismi che garantiscano il rispetto delle regole, anzi è necessario probabilmente ridisegnare regole più ferree nel settore, innanzitutto per ciò che riguarda gli appalti pubblici ma anche, e non da meno, per i privati. Questa è la risposta che dobbiamo dare alle vittime del terremoto, ai loro familiari, a noi stessi. Il Comune di Teramo farà la sua parte, nelle modalità e con le prerogative che la Legge ad esso assegna. Saremo vigili ed attenti, perché davvero questo è il terreno sul quale costruire il futuro”.

Momento clou della commemorazione è stato l’omaggio toccante reso alle quindici vittime teramane morte a L’Aquila.

Lorenzo della Loggia, Sara Branico e Sara Persichetti di Atri; Andrea Puliti di Bellante; Matteo Vannucci di Tortoreto; Lorenzo Cinì, Arianna Pacini e Federica Moscardelli di Montorio al Vomano; Marco Santogrosso, di Giulianova; Giusi e Genny Antonini di Controguerra; Serena Scipione di Bisenti; Alberto Guercioni di Sant’Egidio; Gabriele Di Silvestre di Civitella del Tronto; Paolo Verzilli, di Isola del Gran Sasso.

“Ripartiamo da questi nomi” ha detto il presidente del Consiglio Angelo Puglia “ripartiamo da questi sacrifici. E ripartiamo dallo straordinario movimento di solidarietà che nei giorni del terremoto ha dato mirabile prova di sé. Chi ha scavato con le proprie mani tra le macerie ha offerto un contributo impareggiabile, così come l’ha offerto chi ha donato il possibile per la ricostruzione; chi ha messo in moto i meccanismi dei soccorsi con straordinaria capacità organizzativa, ha dato una risposta in sintonia con quella di chi ha asciugato le lacrime e consolato il dolore”.

Marina Serra