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Settimana Corta a Giulianova, sceglieranno i genitori con un questionario

Giulianova. La settimana corta nelle scuole giuliesi dell’Istituto Comprensivo Primo si arricchisce di nuovi sviluppi, sviluppi che, se non fosse per l’argomento che interessa, comunque, il benessere di alunni e studenti minorenni, assumono il sapore del classico dibattito da spiaggia.

Infatti sembra si sia giunti ad una pilatesca decisione di spedire questionari a tutti i genitori degli alunni, sia della scuola materna (che comunque già adotta l’orario su cinque giorni, con tanto di mensa), che delle elementari e delle medie. Questionario che, visto il periodo estivo, rischia di non arrivare a tutte le famiglie e, comunque, di non permettere, essendoci tempi stretti, di organizzare, per il prossimo anno scolastico, l’eventuale orario con il sabato libero.

Ma, almeno stando a quanto è trapelato, il fronte del SI sembra essere ufficialmente rappresentato dalla dirigente scolastica e da una docente delle scuole medie e che le motivazioni addotte siano il risparmio di riscaldamento ed elettricità (risparmio, però, smentito dall’assessore Cameli, dato che, comunque, il pomeriggio del rientro riscaldamenti e luci rimarrebbero comunque accesi e l’orario mattutino prolungato imporrebbero un orario più lungo di funzionamento degli impianti), e vantaggi per l’ambiente per l’inutilizzo dei pulmini il sabato. Nessuna accenno a motivazioni pedagogiche o vantaggi sul piano della didattica, mentre il fronte del NO, per lo meno, pone l’attenzione sui soggetti che dovrebbero essere al centro dell’attenzione del nuovo orario, cioè bambini e ragazzi, sottolineando come la pausa mensa di 20 minuti, con un panino da consumare in classe, sia quantomeno diseducativa dal punto di vista nutrizionale se non addirittura antigienica, e che l’orario prolungato non gioverebbe all’apprendimento, soprattutto per i bimbi delle elementari, il cui livello di attenzione, notoriamente, tende a diminuire con l’aumentare del tempo passato in classe.

Nota di rilievo a favore del SI sembra essere quella di una coppia di genitori, dai quali sembra sia partita la richiesta della settimana corta, che palesavano la necessità di un week end lungo per permettere ai figli di andare a trovare i nonni che abitano lontano.

La questione di più tempo da passare in famiglia, però, non convince chi (e sono tanti) il sabato mattina lavora, e avrebbe difficoltà a gestire i figli, venendo costretto a pagare una baby sitter o ad affidarsi a parenti.

Insomma un grosso pastrocchio, con una decisione delicata presa in fretta e senza coinvolgere tutti i portatori di interesse, Comune compreso, senza tener conto del primario interesse dei minori coinvolti e senza che le struttre scolastiche siano pronte a tale cambiamento.

Buon senso vorrebbe che la cosa finisse qui, rimandando la decisione al successivo anno scolastico, verificando se sia possibile adeguare gli edifici scolastici con la realizzazione di mense e di organizzare gli orari in modo che, nel pomeriggio, si tengano solo lezioni di materie meno impegnative (non italiano o matematica, ma educazione fisica, informatica, disegno, ecc.). E sopratuttondo capendo quali sarebbero i reali vantaggi per alunni e studenti, se realmente ce ne fossero.

Le problematiche di genitori, dirigente scolastico, professori e insegnanti che vogliono il sabato libero per motivi estranei alla sfera pedagogico/didattica, spending review compresa, francamente, ci sembra che possano tranquillamente passare in secondo piano.