Un’operazione imponente che, mettendo insieme due filoni di inchiesta, ha portato all’arresto di otto persone con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e alla denuncia di altre tredici persone.
L’operazione condotta dalla Squadra mobile di Teramo e dalla Guardia di Finanza di L’Aquila, con il coordinamento della Direzione Distrettuale di L’Aquila, ha permesso di individuare e stroncare un’organizzazione criminale, formata da cittadini italiani e albanesi, dedita allo smercio di droga sui territori teramani e pescaresi.
Le indagini avevano preso il via nel marzo del 2014 da un controllo effettuato dalla Squadra mobile di Teramo, diretta da Gennaro Capasso, su dei pusher che operavano in città. Durante le investigazioni, oltre allo spaccio di cocaina e marijuana, il cui rifornimento veniva effettuato a Milano, gli agenti hanno riscontrato anche altri reati come l’estorsione ai danni di un tossico costretto a cedere per indebitamento il proprio immobile e il sequestro di persona per costringere a pagare chi si rifiutava.
Al vertice dell’organizzazione è stato individuato un imprenditore edile aquilano che forniva mezzi e e assunzioni fittizie nelle proprie società agli affiliati albanesi per regolarizzare la loro presenza in Italia. Ma su di lui si era già concentrata l’attività investigativa della Guardia di Finanza di L’Aquila, diretta dal capitano Luca Russo, insospettita dal tenore di vita troppo elevato dell’uomo rispetto ai redditi dichiarati dalle sue attività.
Quando poi è stato accertato che un certo quantitativo di liquidità, drenato dalle casse delle aziende dell’imprenditore, veniva utilizzato per portare avanti le attività di spaccio, su disposizione del Pm David Mancini, i due procedimenti sono stati riuniti e si è potuto procedere alle richieste di arresto di G.A., 28enne albanese, G.D, 23enne albanese e M.G.A. 30enne rumeno dimoranti a Teramo e ai domiciliari per M.P. 32enne di Teramo, M.L.I, 31enne rumena di Bellante, B.E, 38enne rumeno di Castellanza di Milano e B.D., 38 rumeno di Busto Arsizio e al sequestro di un chilo di cocaina e tre chili di marijuana.
Inoltre a seguito degli accertamenti patrimoniali per l’imprenditore aquilano D.A.W., ancora latitante, il Gip del Tribunale di L’Aquila ha disposto di un sequestro preventivo di 20 immobili di lusso, 10 autovetture di grossa cilindrata tra le quali anche una Lamborghini Gallardo con la quale era solito andare in giro per L’Aquila e uno yatch, per un valore di oltre 1 milione di euro. Il tutto nonostante i tentativi da parte dell’imprenditore di spogliarsi del beni di lusso, attraverso la cessione delle proprietà a dei prestanome o il conferimento degli immobili in un trust.