Teramo. Avrebbe insultato più volte un ragazzino di scuola media, costringendolo a sedersi in fondo al pulmino ed esponendolo allo scherno dei compagni.
Davanti al giudice monocratico Carla Fazzini, con l’accusa di violenza privata, è finito l’autista di un pulmino di un comune del teramano che assicurava il trasporto scuola-casa degli studenti. Nell’udienza sono stati ascoltati il padre del ragazzo vittima dei presunti insulti, lui stesso e alcuni studenti che come lui prendevano quel pulmino.
«Mi diceva “non ti posso vedere, non ti posso vedere, vatti a sedere in fondo. I miei compagni mi prendevano in giro”», ha detto il ragazzino che, dopo i primi episodi, avrebbe raccontato tutto al padre facendo scattare la denuncia. I fatti contestati all’autista risalgono al 2012; gli insulti sarebbero iniziati dopo che il padre dell’alunno, rivolgendosi al Comune, aveva chiesto che il pulmino non si fermasse più in curva, ma in una posizione meno pericolosa.