I militari delle Fiamme Gialle, nel quadro di alcuni controlli specifici, si sono appostati in prossimità della piccola azienda e hanno atteso che, durante la notte, si accendessero le luci e che fosse ben udibile il rumore delle macchine da cucire. I lavoratori cinesi, alla vista dei finanzieri, hanno smesso di lavorare e hanno subito esibito i rispettivi permessi di soggiorno, tra tre persone che hanno tentato di darsela a gambe. I tre, però, sono stati bloccati e successivamente accompagnati in questura per dar corso alla pratiche di espulsione. I controlli, molto accurati, però hanno consentito di portare alla luce una serie di irregolarità nella gestione dell’attività artigianale e nella gestione dei 24 lavoratori sorpresi nello stabile. Dei 24 lavoratori, tutti di nazionalità cinese, infatti, solo sei erano regolarmente assunti, tutti gli altri prestavano la loro opera in ero. Inoltre, l’imprenditore (denunciato con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina) non è risultato in possesso di nessun registro relativo alle presenze dei lavoratori, riferendo che si trattava di documenti in possesso di un altro soggetto, comunque non specificato.