“ Nei giorni scorsi” si legge in una nota congiunta della varie sigle sindacali, “ tutti i soci del Consorzio Agrario di Teramo, hanno ricevuto la convocazione per partecipare all’assemblea di ieri, 19 Febbraio, in prima convocazione, e per il giorno 20 Febbraio in seconda convocazione, per discutere un ordine del giorno che prevede una parte straordinaria ed una ordinaria tendenti, nel loro insieme, alla chiusura della liquidazione coatta amministrativa ed all’elezione dei nuovi organismi dirigenti del Consorzio (….stranamente è stata anticipata nella prima convocazione, tutti sanno che vale la seconda convocazione, come mai tutta questa fretta?). Il Commissario, Manola Di Pasquale, non ha ritenuto opportuno convocare preventivamente le organizzazioni professionali agricole (Cia, Copagri e Upa) per informarle di quanto stava avvenendo nonostante che, negli ultimi anni, il rapporto, per tante altre attività del Consorzio, è stato costante e costruttivo. Le ragioni di questo anomalo e scorretto comportamento del Commissario, con tutta probabilità, verranno fuori nei prossimi giorni anche se, per molti aspetti, appaiono già di grande evidenza. Una volta appresa l’esistenza della convocazione, effettuata a nostra insaputa, abbiamo rappresentato al Commissario la scorrettezza di aver convocato una assemblea vecchia di 13 anni in cui, purtroppo, vi sono numerosi defunti ed anche diversi che, nel frattempo, hanno perso i requisiti di socio e oggi svolgono altra attività. La Commissaria si è rifiutata sia di effettuare una preventiva verifica dei soci che ancora godevano di tutti i diritti societari, che di riaprire i termini per consentire, a tanti agricoltori, di poter sottoscrivere quote associative per il Consorzio Agrario. La fine della gestione commissariale avrebbe dovuto coincidere con una nuova vita del Consorzio cercando di aprire le porte a tutti gli agricoltori della Provincia di Teramo sia perché il Consorzio deve essere patrimonio di tutti gli agricoltori teramani sia perché una ampia platea di soci meglio avrebbero potuto garantire il successo di una nuova stagione positiva per il Consorzio stesso. Abbiamo anche appreso, tra l’altro, che nei giorni scorsi è stata revocata la nomina da parte del Ministero competente al Commissario Avv. Manola Di Pasquale senza che la stessa, nemmeno in questo caso, abbia ravvisato la sensibilità di portare a conoscenza delle organizzazioni la revoca del mandato. Anche in questo caso ci sembra molto anomalo il comportamento del Commissario anche se, ormai, cominciano a comprendersene bene le ragioni. Noi riteniamo, anche nell’interesse degli attuali soci del Consorzio, che vada assolutamente rinviata l’assemblea convocata e che sia il prossimo commissario, dopo aver riaperto i termini a tutti gli agricoltori che desiderassero far parte della vita del Consorzio, a convocare una nuova assemblea finalizzata al ripristino degli organismi dirigenti ma in rappresentanza dell’intera agricoltura teramana”.
I Cinque quisiti rivolti al commissario straordinario.
“Noi riteniamo che gli agricoltori storici abbiano già a sufficienza pagato i disagi derivanti dal passato e che il Consorzio debba essere restituito all’agricoltura teramana dando a tutti gli agricoltori la possibilità di partecipare alla gestione ed alla vita del Consorzio. Per queste ragioni avevamo invitato a disertare l’assemblea convocata o, in quella stessa sede, a soprassedere ad assumervi responsabilità di cui non avevano i presupposti rinviando la stessa ad altra data dopo aver riaperto i termini per nuove adesioni”.
Grande amarezza viene espressa, inoltre, dalla federazione teramana di Sinistra e Libertà, che considera “fuori da ogni regola democratica” le modalità che hanno portato alle nomine nel consiglio di amministrazione del consorzio agrario.
“È paradossale” scrivono in una nota “che la commissaria uscente, Manola Di Pasquale si sia prestata ad un’operazione squallida della Coldiretti, che ha portato alla nomina anche di non soci, come per esempio di Domenico Pasetti (presidente Coldiretti Abruzzo) che è di Chieti. A questo punto siamo davanti ad un consorzio agrario provinciale, poco rappresentativo del mondo agricolo teramano”.