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Pineto, il Sindaco Monticelli con la fascia tricolore contro i pozzi petroliferi

Pineto. Si riunirà sabato 20 febbraio alle 16, nei locali di Villa Filiani di Pineto, il tavolo tecnico-scientifico per discutere delle strategie da adottare contro il rischio petrolizzazione dell’Abruzzo. La decisione è stata presa questa mattina dal Sindaco Luciano Monticelli, impegnato in prima linea nella battaglia contro la perforazione dei territori e dei fondali abruzzesi, che ha immediatamente avvertito altri amministratori comunali, responsabili di associazioni ambientaliste, tutti d’accordo con l’appuntamento del 20 febbraio. “Questa volta al tavolo tecnico dovranno partecipare anche esperti in materia di legislazione”, ha sottolineato il primo cittadino pinetese, “siamo già in contatto con alcuni di loro e non appena avremo delle conferme comunicheremo i nomi. Bisogna fare in modo che non si porti avanti il progetto che prevede la realizzazione del Centro Oli ad Ortona e l’impianto di una serie di piattaforme e trivelle. Il piano di intervento dello Stato è chiaro: l’Abruzzo è, dopo la Basilicata, l’unica Regione nei confronti della quale esiste un progetto di petrolizzazione”.

A Pineto arriveranno esponenti di associazioni ambientaliste da ogni parte della Regione. Questa volta il compito del tavolo tecnico, con la collaborazione di esperti in materia di legislazioni, sarà quella di contrastare il Governo trovando scuciture nelle norme che consento attualmente alle multinazionali del petrolio di poter impiantare dei pozzi petroliferi, sia al largo delle coste abruzzesi, sia sulla terra ferma.
A Pineto sono previsti due pozzi: il primo sulla terraferma a ridosso del centro storico di Mutignano, l’altro invece al largo della costa, a non più di 5 chilometri dalle spiagge.

“Di certo non permetteremo che ciò accada”, ha aggiunto il Sindaco Luciano Monticelli, “ci sarà una mobilitazione popolare e il giorno in cui quelli della PetrolCeltic, la multinazionale che ha avuto l’autorizzazione per impiantare i pozzi, si presenteranno con l’intenzione di trasformare il nostro territorio in una groviera, sarò pronto con la fascia tricolore a bloccare ogni loro intervento. In questa nostra battaglia la cosa che più ci conforta è il fatto che non esistono etichette politiche in quanto tutte le amministrazioni, sia di centro destra, sia di centro sinistra, sono contrarie alla petrolizzazione. Un esempio ne è il patto d’acciaio che è stato stretto tra Pineto e Silvi”.

Chiodi e Berlusconi in campagna elettorale nel novembre-dicembre 2008, avevano garantito di salvaguardare l’Abruzzo da un rischio di petrolizzazione. A questo punto il centro-destra è stato smascherato! E’ stato smascherato la posizione bi-fronte del centro-destra, ovvero da una parte le promesse di difesa ambientale dall’altra l’amara realtà di voler favorire gli speculatori”. Ha scritto in una nota Tommaso di Febo, coordinatore provinciale di Sinistra e Libertà, spiegando l’adesione del suo partito all’iniziativa organizzata dal Sindaco di Pineto per il prossimo 20 febbraio.
“L’occasione, inoltre, serve anche per ribadire che – ha aggiunto Di Febo – il Parco Marino del Cerrano, può essere uno degli strumenti necessari, per impedire l’avvio delle perforazioni petrolifere lungo le nostre coste. Il Parco Marino è un’arma oggi a disposizione per la difesa del nostro territorio. Le perforazioni petrolifere provocherebbero uno scempio ambientale e danni irreversibili al turismo, molto legato alla spiaggia, al mare ma anche ai prodotti tipici della pesca locale nonché dell’agricoltura. E’ a dir poco inaccettabile che decisioni del genere vengano prese senza consultare i cittadini abruzzesi attraverso un referendum popolare. Vogliamo ricordare che durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2008, due autorevoli dirigenti teramani di Sinistra e Libertà, Marco Foglia e Mario Marano Viola, hanno fatto appello alla convenzione di Arhus, per salvaguardare il diritto dei cittadini abruzzesi. Infatti, la convenzione prevede in modo specifico, che i cittadini di un territorio, se interessati da interventi come le perforazioni petrolifere devono essere chiamati a dare il proprio parere attraverso un referendum. Questa convenzione è stata firmata nel 98 dall’Unione Europea”.