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Cirsu, nasce la fabbrica dei materiali FOTO

Cinque anni per effettuare i necessari lavori di ristrutturazione generale delle linee di riciclaggio e compostaggio, con una spesa di oltre 6 milioni di euro. Ma finalmente il polo tecnologico del Cirsu di Grasciano, dopo il riposo forzato, torna ad essere operativo candidandosi ad essere uno dei riferimenti regionali per la gestione dei riufiuti. Una vera e propria “fabbrica dei materiali”, come è stata definita, che consentirà, grazie alle nuove tecnologie utilizzate nell’impianto che prevede delle selezioni sequenziali (separatori balistici, magnetici, lettori ottici) di differenziare sempre più e sempre meglio i rifiuti, in modo da favorire il recupero dei materiali e di creare combustibile per produrre energia e calore in impianti dedicati.

A visitare l’impianto questa mattina c’erano proprio tutti, dai sindaci dei Comuni soci, agli assessori regionali Mario Mazzocca e Dino Pepe.

Una struttura, quella del Cirsu che, a sistema, può trattare fino a 100mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati l’anno, con il recupero di plastica e metalli e produzione di combustibile da rifiuto, 50mila tonnellate l’anno di compostaggio aerobico, 30mila tonnelate l’anno di trattamento e valorizzazione delle frazioni secche provenienti da raccolte differenziate (carta, vetro, plastica). Senza contare che, entro l’estate, saranno aggiunti altri 480mila metri cubi di volume della nuova discarica per rifiuti non pericolosi, i cui lavori sono ancora in esecuzione, e 20mila tonnellate l’anno di trattamento di Raee, ovvero rifiuti da apparecchioature elettriche ed elettroniche, di cui è in via di definizione la gestione dell’impianto anchì’esso fermo al 2008.

“I lavori di revamping hanno rafforzato ulteriormente la vocazione del recupero di Cirsu Spa”, si legge nella nota stampa, “il tutto in perfetta linea congli obiettivi comunitari di gestione dei rifiuti e con le valutazioni di carattere energetico-ambientale tracciate dalla Regione Abruzzo negli scenari della programmazione della gestione dei rifiuti, finalizzati a minimizzare lo smaltimento in discarica”.
Un lavoro sinergico portato avanti dal gestore Consorzio Stabile Ambiente scarl di L’Aquila che ha saputo rivalorizzare un patrimonio che da anni era stato lasciato in abbandono.

Da segnalare anche una voce fuori dal coro. Il sindaco di Notaresco Diego Di Bonaventura, infatti, ha voluto sottolineare come le casse della sua amministrazione attendano ancora di poter contare sul così detto “eco ristoro”, visto che è il suo Comune ad ospitare il polo tecnologico, per un introito che varia dalle 300 alle 400mila euro l’anno. Inoltre il primo cittadino notareschino ha ricordato anche il personale che finora ha svolto questo importante servizio per la comunità, auspicando che al più presto tutti gli operari della Ex Sogesa possano tornare a lavorare.