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Embargo contro la Fiat: Azione Studentesca e Giovane Italia lanciano la campagna

Roseto. Dopo l’annunciata chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, Giovane Italia (movimento giovanile del Pdl) e Azione Studentesca hanno avviato anche a Roseto e nella provincia Teramana la provocatoria campagna “Embargo popolare” per boicottare i prodotti del gruppo.

Gli attivisti, nella giornata di giovedì, hanno dato vita a due diverse forme di protesta civile:  prima con un volantinaggio effettuato in prossimità degli istituti superiori di Roseto e Teramo per poi spostarsi davanti al Fiat Center di Roseto (frazione di Cologna Spiaggia) dove hanno inscenato un sit-in.  “Dopo aver percepito dallo Stato diversi milioni di Euro (secondo un recente studio dal 1996 ad oggi la Fiat avrebbe percepito dallo Stato 300 milioni di Euro circa, dalla Regione Sicilia 425 milioni di Euro per Termini Imerese, ndc) in termini di contributi a fondo perduto” si legge in una nota di Francesco Di Giuseppe, responsabile provinciale di Azione studentesca, “ di finanziamenti a tasso agevolato, dopo aver ricevuto commesse pubbliche, incentivi fiscali ed ecoincentivi oggi minaccia di fermare la produzione a Termini Imerese provocando il licenziamento di migliaia di lavoratori. Oltre agli impiegati della fabbrica, sarà danneggiato l’indotto con la conseguente perdita di posti di lavoro nelle numerose piccole imprese che lavorano per la Fiat.” Da parte dei movimenti giovanili, viene lanciato un invito esplicito a boicottare i prodotti dell’azienda torinese. “ Tutto questo è inaccettabile, e per questo Giovane Italia”, chiosa Fabrizio Fornaciari, responsabile provinciale del movimento, “ lancia questa campagna affinché tutto il popolo italiano si ribelli a queste politiche anti nazionali della Fiat, boicottando attivamente l’azienda non acquistando più automobili, camion, trattori e mezzi industriali di produzione. L’embargo popolare deve essere allargato anche ai prodotti riconducibili al gruppo Fiat nel campo dell’editoria, banche e finanza”. Preoccupazioni vengono sollevate anche in ordine al futuro dello stabilimento Sevel di Atessa, per il mancato potenziamento della catena che produce i furgoni Ducato.