Teramo, piccole e medie imprese al collasso. Di Paolo (Confindustria): “solo uniti potremo uscire dalla crisi”

confindustriaTeramo. La situazione è davvero tragica e in futuro, almeno nel breve-medio periodo, non si intravede affatto un miglioramento. 

Salvatore Di Paolo si è insediato da meno di un mese alla presidenza di Confindustria e non ha voluto affatto perdere tempo. Subito si è messo al lavoro ed ha presentato al Consiglio il suo programma per i prossimi tre anni.

“Nel corso degli anni” ha detto Di Paolo “ho notato la scarsa partecipazione dei consiglieri agli incontri. Io non sarò un presidente decisionista e vorrei una maggiore partecipazione e più coinvolgimento da parte di tutti. La mia intenzione è quella di riprendere i rapporti con le altre associazioni di categoria e con le organizzazioni sindacali”.

Il livello esterno riguarda, invece, la situazione economica che vive la provincia di Teramo.

“Se vogliamo che l’industria locale torni a crescere” ha detto “dobbiamo abbattere il muro dell’individualismo e promuovere l’unione di intenti. Le imprese teramane sono piccole, sottocapitalizzate e fortemente indebitate. Da sole non hanno assolutamente i numeri e le capacità per andare all’estero. Per questo è importante fare squadra, perché solo uniti potremo uscire da questa crisi”.

Una crisi che, secondo i dati Confindustria, la provincia di Teramo non si è affatto lasciata alle spalle. Basta guardare i numeri riguardanti la cassa integrazione, a dir poco impressionanti. Rispetto al 2008, per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria nel settore industria, si è avuto un +1.602,6%. Questo significa che si è passati da 258.552 a 4.402.160 CIG Ordinaria.

Per quanto riguarda, invece, la cassa integrazione straordinaria, si è registrato un +253,6%.

Nel settore dell’artigianato, poi, si stima che 6.500 dipendenti corrono seri rischi di perdere il posto di lavoro e lo stesso destino rischia di travolgere 3.900 lavoratori operanti nelle imprese commerciali. Nel 2009, infine, a circa 2000 persone è stato rifiutato un prestito.

Nella provincia di Teramo, dunque, la crisi economica pare non essersi arrestata. “E purtroppo” aggiunge il presidente di Confindustria “c’è da dire che non abbiamo ancora toccato il fondo. Mancano le commesse e, se non si riprende un circuito internazionale, non ci si può aspettare granché. Le piccole e medie imprese, tra l’altro, sono quelle che soffrono maggiormente il difficile momento economico che stiamo vivendo. Certo, ci sono delle eccellenze nella nostra provincia, ma sono comunque una minima parte. Non facciamoci illusioni: la ripresa sarà lenta e, a Teramo, ancora di più”.

Una possibile soluzione a questo problema potrebbe essere individuata nel rilancio del turismo. “A patto però” conclude Di Paolo “che si creino le condizioni giuste perché si torni ad investire a Teramo. Bisogna rendere appetibile il territorio e migliorare in primis le infrastrutture”.

Marina Serra


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