Teramo. Dopo la decisione da parte della Corte Di Appello dell’Aquila di passare la palla al Tribunale di Teramo per la dichiarazione di fallimento del Cirsu (in accoglimento del reclamo della Deco), il CdA Cirsu non ci sta e replica, anche con i numeri, evidenziando come sia impossibile che una società che ha la capacità di pagare possa essere dichiarata fallita.
“La Corte di appello ha rinviato gli atti al Tribunale per un nuovo esame – ha spiegato questa mattina il presidente Angelo Di Matteo – anticipando peraltro che non potrà essere dichiarato il fallimento laddove Cirsu SpA sia considerata una società in house e/o laddove il Tribunale ritenga non manifestamente infondate le pretese vantate da Cirsu SpA nei confronti di AIA SpA. Resta l’indiscutibile fatto che una società è insolvente quando il mancato pagamento dipenda dalla mancanza di risorse finanziarie per soddisfare i creditori, e non può invece essere dichiarata fallita laddove abbia le risorse finanziarie per pagare ed il pagamento dipenda da una motivata scelta. Cirsu SpA ha le risorse ma non vuole pagare”.
E poi sottolinea i numeri in controtendenza con il recente passato (nella foto) e quelli, positivi, del Conto Economico: “L’attuale consiglio di amministrazione di Cirsu SpA ha conseguito, grazie anche al lavoro svolto dal nuovo gestore CSA scarl, risultati non scontati e prevedibili senza fare ricorso ad alcuna risorsa pubblica e senza disperdere, anzi rivalorizzando, il patrimonio sociale. Proprio grazie alla riattivazione degli impianti, e quindi ancora una volta senza impegno di risorse pubbliche, Cirsu SpA ha soddisfatto, come da programma, tutti i propri debiti che avevano scadenza nel 2014 e dispone già dell’intero budget per soddisfare i debiti aventi scadenza nel 2015. I risultati dell’impegnativo lavoro – ha proseguito Di Matteo – emergono in maniera evidente dal Conto Economico 2014 che, approvato dall’Assemblea dei soci lo scorso 24 gennaio, ha registrato un importante utile di esercizio (circa € 8.500.000, determinato in prevalenza dal valore contabile della rivalutazione immobiliare connessa al rinnovo delle autorizzazioni ambientali e alla conseguente ripresa dell’attività produttiva), con un margine operativo lordo (circa € 215.000) in controtendenza rispetto al passato, tornando in positivo dopo 9 anni di gestione”.
Ecco perché, per il CdA Cirsu, “in questo quadro, ritenendo che AIA SpA e Deco SpA abbiano arrecato a Cirsu SpA un danno patrimoniale non inferiore a dieci milioni di euro, l’attuale Consiglio di amministrazione, pur avendo a disposizione le necessarie risorse finanziarie, ha scelto di non corrispondere ad AIA SpA la somma da questa richiesta, pari ad € 2.250.000, fino a che non sia eventualmente condannata a farlo dall’autorità giudiziaria”.