Il Gip Bongrazio ha accolto la richiesta di archiviazione dei pm Rita Mantini e Salvatore Campochiaro che nel loro documento avevano sottolineato come “appare evidente che le ricostruzioni accusatorie palesate dal denunciante dr Muriana in ordine sia alla non tempestiva trasmissione degli atti in accertamento, ovvero della loro incompleta trasmissione, siano frutto di una personalissima e sindacabile ricostruzione, peraltro infarcita di plurime e non rilevanti valutazioni allusive, che appaiono, alla luce delle concludenti risultanze procedimentali, anche di valenza inspiegabilmente denigratoria in danno degli indagati. Essa in sintesi non ha trovato alcun riscontro oggettivo in esito agli elementi istruttoria acquisiti nel corso della presente attività di indagine”. Nel dispositivo di archiviazione, poi, il giudice Bongrazio scrive che “è già all’attenzione dell’Autorità inquirente l’operato del personale della Squadra Mobile di Pescara inerente la delega impartita il 23/1/2017 avendo il Brunozzi in data 18/12/2019 presentato un esposto in merito ad eventuali omissioni del personale medesimo”. Il Gip quindi chiarisce che sulla vicenda è aperto un altro fascicolo di inchiesta e che ci sono altri indagati.
Nel dispositivo di quattro pagine il giudice spiega che per il falso materiale “non esistono elementi per sostenere l’accusa” e che “non vi è elemento alcuno che possa corroborare l’ipotesi dolosa delineata dal denunciante”. Le perizie informatiche hanno quindi smentito le accuse di Muriana nei confronti del tenente colonnello Annamaria Andreozzi, il maresciallo Carmen Marianacci e l’appuntato Michele Brunozzi: non ci fu nessuna manomissione o falso nella trasmissione di documenti informatici.
(fonte Ansa Abruzzo)