Così avrebbero lasciato intendere i pm titolari dell’inchiesta, nel corso dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio in Procura, a Pescara, tra il procuratore capo Massimiliano Serpi, il sostituto Andrea Papalia e i familiari delle vittime.
“E’ la terza volta che veniamo qui e questa volta – ha commentato Gianluca Tanda (in foto davanti alle macerie dell’hotel, con il responsabile della comunicazione nazionale dei vigili del fuoco), del Comitato Vittime di Rigopiano – usciamo ancora più fiduciosi delle altre. Siamo ormai in dirittura d’arrivo”.
Tanda ha detto che ai pm sono state chieste “delucidazioni sulle ultime inchieste giornalistiche e i magistrati ci hanno assicurato che quanto emerso era gia’ stato preso in considerazione da tempo”. “D’altronde – ha aggiunto Tanda – recentemente abbiamo appreso che c’erano degli elicotteri che potevano alzarsi in volo sia dopo che prima, che ci sono delle novita’ sui telefonini e sui messaggi, e che si sono tenute delle riunioni segrete. Sembra inoltre che qualcuno dall’interno abbia chiesto aiuto non solo alle istituzioni locali, ma anche alla protezione civile e soprattutto al Coc di Penne. Noi vogliamo sapere se tutto questo e’ vero ed essere certi che sia stato preso in considerazione”.
“Abbiamo detto ai magistrati che la prescrizione è il nostro più grande incubo e che non può mandarci a casa dopo tanti anni di battaglie””, prosegue Tanda. I presenti hanno esposto immagini dei propri cari scomparsi e uno striscione con le foto delle vittime e la scritta “Mai più”, recante la data della tragedia. “Abbiamo incontrato più volte il ministro della Giustizia Bonafede che sta lavorando molto su questa tema – ha concluso Tanda – e insieme al Comitato nazionale vittime gli abbiamo consegnato un documento. Quel che è certo è che non possiamo sentirci dire ‘mi dispiace, il reato è prescritto e quindi non ci sono colpevoli'”.