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Rigopiano: fiaccole, fiori e palloncini per il quarto anniversario della tragedia VIDEO-FOTO

Rigopiano. Segnata dall”emergenza sanitaria, la quarta ricorrenza della tragedia dell’Hotel Rigopiano è stata celebata oggi con una cerimonia sobria e in forma privata per commemorare le 29 vittime dell’hotel Rigopiano della valanga che il 18 gennaio del 2017 travolse e distrusse il resort di Farindola, provocando la morte di 29 persone.

Alle 15 di oggi, dalla fontana che si trova 300 metri prima dell’hotel, è partirà la fiaccolata dei familiari fino al totem del resort, un tempo ingresso della struttura, neppure sfiorato dalla valanga e oggi rimasto come punto dove chi piange le vittime si ritrova per deporre fiori e fotografie.

All’arrivo del corteo l’alzabandiera con il silenzio suonato dalla tromba, quindi la deposizione di 29 rose davanti all’obelisco e una preghiera per gli “Angeli di Rigopiano”, successivamente una messa e, alle 16.49, ora precisa in cui la valanga mista ai detriti della montagna travolse l’hotel, un coro ha intonato “Signore delle cime”, poi la lettura dei nomi dei “29 Angeli” e 29 palloncini bianchi lasciati volare in cielo.

Folta la presenza istituzioni, a partire dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, dal prefetto di Pescara, Giancarlo Di Vincenzo, e dal questore, Luigi Liguori. Presenti alcuni sindaci dei comuni d’origine delle vittime, come Matteo Perazzetti per Città Sant’Angelo, che ha commentato “Il ricordo della tragedia di Rigopiano, è scolpito nei nostri cuori. Rendere omaggio alle vittime è il minimo che possiamo fare. Una catastrofe come questa non deve più ripetersi e non deve essere dimenticata. Il mio pensiero va a tutte le 29 vittime, in particolare ai nostri 3 concittadini che non ci sono più”, e Mario Semproni per Penne, che ha aggiunto “E’ un giorno triste per la Città di Penne e per l’intera comunità vestina. A quattro anni dalla tragedia di Rigopiano, il ricordo è ancora profondo. Le immagini di quella catastrofe rimarranno indelebili negli occhi dei cittadini pennesi. Istanti che nessuno dimenticherà. Un evento che ha segnato la mia vita di uomo e di amministratore pubblico. Un abbraccio affettuoso alle famiglie delle 29 vittime. I loro sorrisi rimarranno per sempre dentro di noi”.

“L’auspicio di oggi è anche quello che non accada mai più. Quel giorno si scatenò un fatto di proporzioni bibliche e quindi vogliamo che cose del genere non accadano più e stiamo lavorando affinché non accadano più e in tal senso nelle prossime settimane concluderemo il lunghissimo iter che riguarda la Carta Valanghe, che era uno dei presupposti per evitare che sul territorio possano verificarsi disgrazie improvvise e imprevedibili”, ha affermato della Regione Marco Marsilio. “Ricordare, commemorare e mantenere viva la memoria di quanto accaduto è più che un dovere istituzionale, è un obbligo morale di ciascun abruzzese e di ogni italiano, ancor più quando si rivestono cariche amministrative. C’eravamo quattro anni fa, ci siamo oggi come amministratori regionali, ma soprattutto come uomini e donne, padri, fratelli, zii, nonni, che in quella tragedia avrebbero potuto perdere i propri cari e che oggi hanno il compito di testimoniare e di lavorare affinché veramente un dramma simile non si ripeta mai più”, ha aggiunto il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri.

Stamattina, invece, il comitato Vittime di Rigopiano, ha incontrato il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, per discutere della realizzazione dell’opera “Giardino della memoria”, un monumento commerativo che sorgerà nei pressi dei resti dell’hotel. “Abbiamo deciso che il monumento si farà in primavera e questa mattina abbiamo cercato di eliminare le problematiche organizzative e burocratiche che hanno riguardato l’iter e ho proposto al Comitato una delocalizzazione del simbolo della memoria, ovviamente andando a prevenire i rischi valanghe e altri problemi”, ha riferito Laccchetta. “Abbiamo poi come Comune proposto – ha aggiunto il sindaco – che la nuova Piazza che sorgerà nei pressi del Municipio sara intitolata alle 29 vittime della tragedia. Una idea che è stata raccolta con entusiasmo dal Comitato perché sarà una piazza simbolo della nostra comunità che contempli il ricordo delle vittime”. Nicola Colangeli, papà di Marinella Colangeli, una delle vittime, ha commentato: “Il monumento dopo oltre tre anni potrebbe davvero vedere finalmente la luce. Con la nascita del Giardino della Memoria – ha detto al termine dell’incontro – possiamo dire grazie all’Amministrazione Comunale di Farindola, alla Provincia e all’ente Parco e a tutti coloro che ci stanno dando una mano perché una volta pronto questo monumento potremo depositare un fiore e fare una preghiera per i nostri cari che non ci sono più”.

Ma è stato anche il momento della rabbia, quella per il processo che stenta a decollare e il 5 marzo vedrà una nuova udienza ancora allo stato preliminare: “Abbiamo visto quello che è accaduto negli ultimi giorni a Viareggio (la Cassazione che ha prescritto gli omicidi colposi per le 32 vittime del disastro ferroviario, ndr) e il nostro timore è proprio quello. Quanto accaduto a Viareggio qualche giorno fa è un colpo al cuore perché conosciamo quelle persone che ci hanno aiutato in questo percorso e noi vogliamo con tutte le nostre forze evitare quello che sta succedendo a Viareggio e che la verità che abbiamo nel cuore sia quella processuale”: dicono Marco Foresta, figlio di Bianca e Tobia, coniugi morti. Anche Paola Ferretti, madre di Emanuele Bonifazi, una delle 29 vittime non si discosta da quanto dichiarato da Marco Foresta: “Dal giorno della tragedia la mia vita è cambiata: è sopravvivere per gli altri figli e per ottenere giustizia. Spero che non accada come per Viareggio e, quindi, mi auguro che lo Stato abbia il coraggio, la civiltà, di punire veramente e severamente chi ha sbagliato perché non debba accadere mai più quello che è successo a Rigopiano”.

“Il ministro della Giustizia – ha detto ancora Paola Ferretti – lo scorso anno ci ha chiesto scusa pubblicamente a nome dello Stato, il Presidente della Repubblica Mattarella ogni anno invia una corona il giorno della commemorazione, oltre a quella mandata per i funerali dei nostri angeli. Bene, personalmente li ringrazio, ma come mamma e come cittadina italiana non mi bastano più queste cose. Voglio i fatti, voglio giustizia”.