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Processo Rigopiano: le difese rimarcano la non prevedibilità

Pescara. L’eccezionalità dell’evento resta al centro delle arringhe difensive degli imputati nel processo per la tragedia dell’Hotel Rigopiano.

Dopo il difensore di Antonio Di Marco e Paolo D’Incecco, oggi anche gli avvocati di Antonio De Vico, sindaco di Farindola dal 2009 al 2014, hanno sostenuto in udienza, al tribunale di Pescara, che “manca il nesso causale e l’imprevedibilità è elemento preponderante su quanto accaduto”.

Secondo la difesa composta dagli avvocati De Lerma e De Vico, le condotte di De Vico non potevano tener conto di quello che sarebbe accaduto, aggiungendo che mancherebbero riscontri probatori sulla contestata cooperazione colposa dell’ex primo cittadino farindolese.

Contestata anche la vicenda legata all’adozione del Piano Regolatore Generale e l’aggiornamento del Piano di Emergenza Comunale, strumenti ridimensionati dalla stessa superperizia del tribunale.

Per quanto concerne la delibera della Giunta Regionale numero 19 del 2015, il Piano di Emergenza Comunale avrebbe dovuto prevedere chiusura dell’Hotel nel periodo invernale o sospensione attività in caso di previsioni meteo avverse: gli avvocati di De Vico, però, hanno ricordato che il loro assistito non era già più sindaco nel 2015 e che, ad ogni modo, in assenza di una Carta Localizzazione Pericolo Valanghe, il Comune, non aveva strumenti per prevedere una valanga, strumenti che, in una logica piramidale, dovevano essere forniti dalla Regione. Una tesi, questa, sostenuta da quel principio di sussidiarietà che già altre difese hanno usato in aula.