La misura restrittiva ha interessato l’opificio che ospita il frantoio, il terreno circostante, circa cinquemila metri quadrati, nonché macchinari e attrezzature che saranno oggetto di valutazione e stima da parte di un perito incaricato dall’Autorità Giudiziaria.
L’indagine ha permesso di delineare l’ipotesi di truffa concernente un’anomala nomina di liquidatore della società cooperativa e contestuale formalizzazione di vendita dei beni a un soggetto privato che, nel complesso, risultano ceduti a un prezzo irrisorio rispetto al reale valore. L’importo, in corso di quantificazione, dovrebbe aggirarsi sui 300 mila euro.
Per quattro persone, a vario titolo coinvolte nella vicenda, l’autorità giudiziaria ha ravvisato la sussistenza di gravi indizi.