Pescara. Le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato e della Guardia Di Finanza annunciano una mobilitazione nazionale per la giornata di mercoledì 12 luglio davanti alle Prefetture di tutta Italia.
La protesta riguarderà anche la città di Pescara, con presidio davanti la Prefettura dalle 9.30 alle 11, a seguire l’incontro con il Prefetto.
“Denunciamo il dramma di un comparto sicurezza sempre più abbandonato a se stesso: nessuna assunzione straordinaria di personale per compensare i pensionamenti – dice Donatello Pisano, segretario provinciale Silp Cgil Pescara – come dimostra la drammatica carenza di poliziotti e finanzieri, stipendi fermi al 2021 (per i dirigenti poi non è stato mai firmato il primo contratto dal 2017), nessuna attenzione per le condizioni di lavoro e il benessere organizzativo per lavoratrici e lavoratori delle nostre Amministrazioni, mentre di pari passi esplode il fenomeno suicidario tra tutto il personale in divisa”.
Una lotta condivisa che accomuna Polizia di Stato e Guardia di Finanza: “La battaglia sostanzialmente è la stessa e gli obiettivi comuni – dice Gianluca Di Girolamo – segretario regionale Silf Guardia Di Finanza – con gli straordinari pagati addirittura meno di un’ora di lavoro ordinario, con la situazione buoni pasti dal valore irrisorio rispetto al costo della vita. Siamo da oltre 500 giorni senza contratto e nel DEF nessuna traccia di risorse per rinnovi. Vogliamo essere ascoltati”.
Nel corso della mobilitazione verrà distribuito materiale informativo ai cittadini e agli organi di informazione per mettere sotto i riflettori problematiche che incidono in maniera importante sulla sicurezza delle persone e sul vissuto quotidiano. A seguire i rappresentati sindacali di categoria, insieme alla Cgil Pescara, incontreranno il Prefetto Giancarlo Di Vincenzo.
“L’unica elemosina regalata a poliziotti e finanzieri proprio da questo mese di luglio – concludono Pisano e Di Girolamo – è stato un emolumento accessorio una tantum per il solo 2023, che dovrebbe compensare il mancato contratto. Parliamo di 24 euro lordi mensili a persona. Neppure mezzo caffè al giorno. Con una inflazione che viaggia oltre l’8 per cento si tratta di una vergogna e di una offesa. Quella del 12 luglio rappresenta solo la prima tappa di un lungo percorso di mobilitazione”.