“La Soa”, scrive Granati in una nota, “delinea ancora una volta la forte avversione verso un’arte millenaria (la falconeria, ndr.), creando in ogni occasione possibile degli articoli che vanno a distorcere la realtà in maniera diffamatoria, infangando le arti e le tradizioni di un intero paese e quindi la nostra stessa identità, creandolo in un momento dove l’Italia intera piange le proprie vittime umane, sinonimo di totale indifferenza e inumanità. Seppur sconcertato dagli atteggiamenti , reputo opportuno spendere qualche riga per rispondere a questa associazione che continua a scrivere fandonie anche in questa tragica situazione.
“La poiana di Harris”, puntualizza Granata, “non è un rapace comune in tutto il continente Americano come viene indicato dai membri della Soa. E’ un rapace che ha incominciato a svilupparsi in Europa (in Italia negli anni 70) in epoca moderna grazie alla scoperta delle Americhe ma che comunque ha trovato e trova grande utilizzo in tutto il mondo per la sua estrema intelligenza. Altro punto su cui fare chiarezza e quello dei rapaci notturni: nascendo in allevamento si adattano al ciclo circadiano di colui che si prende cura dell’animale non ricevendo alcuno stress. Questo fattore è comprovato dal fatto che in allevamento i gufi possono arrivare a vivere fino a 30 anni. Capite quindi che è alquanto improbabile che un animale che subisce stress possa vivere così a lungo in situazioni non consone alla sua salute”.
“Viene inoltre il dubbio se la foto sia reale o una fake”, incalza il falconiere, “visto che la poiana di Harris non ha braccialetti o anelli identificativi che ne deducono la nascita in allevamento tant’è che ad oggi agli stessi enti preposti non è arrivata nessuna denuncia di smarrimento da parte di allevatori, privati o falconieri(la denuncia di smarrimento è obbligatoria nel caso di allontanamento da parte di un rapace nato in allevamento)”.