E così, nell’ambito di specifici servizi operativi condotti lo scorso weekend contro la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti, le Fiamme Gialle, con l’ausilio dei cani antidroga dell’unità cinofila, hanno sequestrato una vasta piantagione di cannabis pronta per essere tagliata, essiccata ed immessa in commercio.
In concomitanza, un’attenta ed accurata ricognizione dei luoghi ha consentito di rilevare tutt’altro rispetto ai tradizionali passatempi delinquenziali dal tenore green. Le scoperte investigative sin qui ottenute, infatti, hanno evidenziato la presenza di laboratori hi-tech, con strumentazione ed opere di manifacturing e di bonifica di ultima generazione: coltivazioni a terrazzamenti, fertilizzanti, e sistemi di irrigazione ed areazione curati nei minimi dettagli; il tutto per favorire ed assicurare la crescita e lo sviluppo dello stupefacente.
Le indagini ora proseguono alla ricerca dei progettatori di queste serre che, anziché utilizzare i campi per il sostentamento agricolo, li trasformano in oggetto di investimenti illegali. Questa nuova pratica di produzione autoctona della droga si aggiunge al già noto business di importazione di sostanze stupefacenti.
In questo modo, il mercato del pescarese non è più solo un mercato di destinazione degli smerci di droga, ma diventa, a tutti gli effetti, anche un mercato di fabbricazione locale, in cui l’opera di produzione risulta particolarmente diffusa nelle aree periferiche provinciali ad alta vocazione agricola e a bassa densità abitativa. Zone in cui spesso è facile avviare lo sfruttamento di ex capannoni aziendali abbandonati per la produzione massiva di droga da far fruttare, per profitto, nei mercati centrali.
“L’operazione appena portata a termine dalle Fiamme Gialle pescaresi è il risultato del costante presidio economico del territorio assicurato dalle pattuglie attive nel censimento del fenomeno della marijuana, squadre di militari operanti su strada per la lotta al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti”, spiega il Comandante Provinciale Antonio Caputo, che aggiunge: “Gli spunti investigativi raccolti forniscono, ex ante, un importante impianto di approfondimento delle nuove pratiche locali di coltivazione della droga, ma anche, e soprattutto, ex post, delle modalità di reimpiego dei proventi illeciti derivanti dagli sfruttamenti illegali dei fondi agricoli della provincia. Proprio per questo, continueremo a mantenere alta la vigilanza a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini”.