Nella mattinata odierna i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 persone, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara dott. Nicola Colantonio su richiesta della Procura della Repubblica di Pescara.
Parallelamente i Finanzieri hanno proceduto a dare esecuzione al sequestro di beni per circa 50mila euro, disposto sempre dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara su richiesta della Procura della Repubblica.
Agli indagati sono stati contestati gravi reati contro la pubblica amministrazione, e in particolare i reati di corruzione, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti.
I soggetti colpiti da misura cautelare sono Sabatino Trotta, Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Pescara, il legale rappresentante e una dipendente con funzioni di coordinatrice – Domenico Mattucci e Luigia Dolce – della Cooperativa Sociale La Rondine, società partecipante al Consorzio Coop. Sociali S.G.S. vincitore della gara pubblica di appalto volta all’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, del valore complessivo di 11.309.100,00 euro, indetta con Delibera n. 16 del 09.01.2020 dell’AUSL di Pescara e aggiudicata definitivamente nel mese di marzo del 2021.
Gli accertamenti investigativi hanno preso il via nell’estate del 2020, a seguito di alcune segnalazioni giunte agli inquirenti in ordine a comportamenti volti a turbare illecitamente lo svolgimento di una significativa gara pubblica dell’importo di oltre 11 milioni di euro indetta dall’AUSL di Pescara e ancora in corso di svolgimento all’epoca degli esposti, ed il cui iter procedimentale si sarebbe compiutamente concluso in pieno periodo di emergenza pandemica.Come riferito dalla Finanza, “le indagini sviluppate in questi mesi, le verifiche istruttorie avviate sia attraverso attività di intercettazione telefonica che con l’ausilio di mezzi tradizionali, hanno permesso di accertare con evidenza che l’aggiudicazione della gara di appalto al consorzio S.G.S. è avvenuta illecitamente, e segnatamente a seguito di una procedura intenzionalmente pilotata in favore del consorzio abruzzese, in adempimento di un pregresso accordo corruttivo stretto tra i due suddetti emissari del consorzio e il Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Pescara, avente ad oggetto il pagamento di indebite somme di denaro in contanti e altre utilità per oltre 50mila euro”.
“La gara pubblica di appalto oggetto delle gravi condotte illecite ideate e attuate dagli indagati è da ritenersi particolarmente rilevante”, prosegue la Finanza, “non soltanto per l’ingente importo complessivo, ma anche per la tipologia dei servizi appaltati, afferenti a beni primari di cura delle persone più fragili, nel caso di specie affette da problematiche psichiatriche, da erogarsi presso numerose strutture residenziali e centri diurni ubicati sul territorio provinciale, alcuni dei quali già gestiti dalla Cooperativa.In particolare, il Dirigente Sanitario ha svolto funzioni di pubblico ufficiale nella gara, in quanto, oltre ad avere predisposto il capitolato tecnico della gara, ha scelto i nominativi dei 3 esperti del settore, che sono stati nominati membri della commissione giudicatrice, tutte persone a lui strettamente collegate, personalmente e professionalmente, per poi condizionarli al fine di garantire al consorzio l’attribuzione del massimo punteggio riconosciuto alle concorrenti per le offerte tecniche presentate”.
“Con il determinante apporto del medico”, incalzano le fiamme gialle, “il Consorzio e la Cooperativa vincevano la gara d’appalto, stipulando con l’AUSL di Pescara un contratto di servizi, di durata quadriennale, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, riconoscendo somme di denaro e regalie di varia natura (gioielli, orologi e beni tecnologici), al Dirigente medico e ai membri della commissione di gara.Inoltre, il Dirigente Sanitario, già candidato alle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo tenutesi nel mese di febbraio del 2019, nel corso delle indagini ha esplicitamente ammesso con alcuni suoi interlocutori di essersi adoperato in favore degli interessi illeciti della Cooperativa e dei suoi rappresentanti anche nell’intento di accrescere il proprio consenso elettorale, e segnatamente di precostituirsi per future competizioni elettorali un bacino di consensi tra le centinaia di dipendenti, di pazienti e dei rispettivi parenti delle società gestite dal rappresentante legale della Cooperativa”.
“Nei lunghi mesi di indagine (anche supportate da mezzi di ricerca della prova di carattere tecnico), è stato possibile riscontrare un elevato tenore di vita dei protagonisti, in particolare del Medico, che ha sostenuto molteplici spese, in contanti, per importi considerevoli, comperando beni di ogni genere ed anche di elevato valore, per sé e per le persone a lui vicine, alcune delle quali coinvolte nella gara pilotata”.”Aspetto particolarmente stridente con l’odierna fase pandemica è rappresentato dal fatto che gli indagati, sebbene siano tutti operatori sanitari, in violazione delle vigenti normative in materia di contrasto alla pandemia dovuta al COVID-19, hanno effettuato numerosi viaggi in varie zone del Paese, in assenza di reali motivazioni e spesso servendosi di false attestazioni, anche solo per recarsi a fare shopping in grandi città, e si sono sovente incontrati per cene in case private, ricevendo ospiti in un numero maggiore a quello consentito anche in violazione del coprifuoco notturno”.
All’esito delle indagini, sono state, pertanto, deferite alla Procura della Repubblica di Pescara 6 persone, responsabili a vario titolo dei reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, circostanze aggravanti, pene per il corruttore, istigazione alla corruzione, turbata libertà degli incanti, nozione di pubblico ufficiale, reato continuato.Inoltre, è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Pescara la cooperativa sociale esecutrice dell’appalto, in relazione all’illecito amministrativo di cui agli articoli 21 e 25 comma 2° del Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231.Per i soggetti risultati maggiormente coinvolti, la locale Procura ha richiesto l’adozione di misure cautelari personali e reali al G.I.P. presso il Tribunale di Pescara che ieri ha emesso un’ordinanza con cui sono stati disposti:
- la custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 indagati (il dirigente sanitario, la coordinatrice ed il rappresentante legale della Cooperativa), responsabili a vario titolo per i reati di cui agli articoli nn. 81 cpv, 110, 319, 319 bis, 321, 322 c. 2, 353, 357 C.P.;
- il sequestro preventivo di beni per 50mila euro nei confronti del Dirigente sanitario, quale provento del reato di cui agli artt. 110 e 319 C.P..
Il provvedimento emesso dal G.I.P., unitamente a numerose perquisizioni locali,acquisizioni documentali presso la A.S.L. di Pescara ed escussioni in atti di numerose persone informate sui fatti ed indagati, è stato eseguito, nella prima mattinata di oggi da circa 70 militari appartenenti al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara.L’indagine, ha spiegato il procuratore capo di Pescara, Anna Rita Mantini, “riguarda la gestione di appalto per residenze psichiatriche ospedaliere e case famiglia che asseriscono alla tutela delle fragilità verso persone che dovevano essere gestite e assistite in queste strutture”.
Un’indagine caratterizzata da un’attività “tecnica investigativa anche dopo segnalazioni all’interno della struttura sanitaria” in merito a “condotte appropriative di basso profilo. Si è evidenziato l’aggressività delle condotte e sono state accertate corresponsioni di rilevanti regalie, come orologi e gioielli. Abbiamo rilevato numerose condotte in violazione delle norme anti Covid e condotte inaccettabili in un momento di dramma collettivo e tragedia italiana nel periodo del Covid”.
“Le indagini hanno preso il via nell’estate 2020 anche a seguito di alcune segnalazioni interne alla Asl giunte per comportamenti volti a turbare illecitamente lo svolgimento della gara pubblica dell’importo di oltre 11 milioni indetta dall’Asl di Pescara, il cui iter si sarebbe concluso in pieno periodo di emergenza pandemica. Il proseguimento dell’appalto avrebbe portato la cifra iniziale di 11,3 milioni a oltre 17”, ha spiegato il comandante regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, Gianluigi D’Alfonso.
Risultano indagati i dirigenti medici Antonio D’incecco e Anna Rita Simoni.