Opere postume di un progetto (in serie di 12, le “Fanciulle d’Abruzzo”) che l’artista scomparso a gennaio dello scorso anno aveva concepito nel segno di una relazione profonda con la terra di origine, e in particolare con la città natale di Pescara, le “Fanciulle” sono sculture che omaggiano i lineamenti femminili con l’inconfondibile impronta della grammatica del colore codificata da Summa nel tempo.
Figure iconiche e tornite, le “Fanciulle” richiamano ad una femminilità gentile e accogliente, quasi una dea tutrice della “madre terra”. Il Maestro aveva interpretato e difeso tenacemente nel corso della sua lunga carriera una propria concezione di arte ambientale, capace di intessere un dialogo tra i luoghi, la storia e la memoria dei contesti urbani. Le “Fanciulle” ne costituiscono una delle più esemplari testimonianze.