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Cronaca Pescara

Pescara, intossicazione bimbi: “Impossibile portare il cibo da casa”

Pescara. Nella tarda mattinata di oggi si è svolta la riunione voluta dall’Amministrazione con i dirigenti degli Istituti Comprensivi presenti in città sulle modalità per portare avanti, fino al 30 giugno, le attività scolastiche nelle scuole materne, visto il provvedimento di sospensione della mensa scolastica, disposto l’indomani dei numerosi casi di malori riscontrati la settimana scorsa in bambini provenienti da varie zone della città.

Dal confronto al momento è emersa l’impossibilità di far portare ai bambini il pranzo da casa fino al 30 giugno, in mancanza di spazi idonei e alternativi per il consumo e la conservazione del cibo, considerato che i luoghi destinati a refezione e mensa al momento risultano interdetti a causa degli accertamenti giudiziari in corso.

 

“Comprendiamo le difficoltà per le famiglie e abbiamo cercato, insieme, di trovare una soluzione temporanea, proprio per venire incontro a queste esigenze, ma dobbiamo dare priorità alla tutela della salute dei ragazzi, dei quali in questo momento ci interessa al di sopra di ogni altra cosa”, si legge in una nota del Comune. “L’Amministrazione segue con la dovuta premura l’evolversi degli accertamenti, auspicando risultati capaci di chiarire la situazione per poter adottare al più presto provvedimenti conseguenti a tutela dei piccoli utenti e dell’Ente”.

LE MAMME DELLA PAR ROMPONO IL SILENZIO: LA PROPOSTA. “Come Par, Patto per l’Abruzzo Resiliente e gruppo di mamme, da diversi anni ci siamo poste come obiettivo per amore e bene dei nostri figli il controllo, l’analisi e lo studio di tutto ciò che riguarda la “sicurezza” delle e nelle scuole. In tempi non sospetti avevamo segnalato che il servizio e gestione mense rilevava delle lacune, a volte sottovalutando le lamentele dei nostri figli che protestavano per la scarsa qualità del cibo somministrato ma che lasciava intuire la necessità di una maggiore vigilanza e controllo da parte di chi per dovere, aveva il compito di verificare periodicamente la qualità del servizio”.

“Nell’incontro a Fonderia 2017, abbiamo portato all’attenzione delle Regione Abruzzo proposte e idee e evidenziato tale problematica portando una soluzione ponderata e concreta spiegando come tale servizio può essere rimodulato, diventando oltretutto un fattore di traino per la rinascita dell’intero tessuto socio-economico”.

La proposta è quella di affidare il servizio mensa a cooperative di comunità che possono svolgere anche altre funzioni. “Le cooperative in collaborazione con i sindaci e figure competenti e vigilanti”, spiegano le mamme di PAR, “possono essere composte da cittadini disoccupati, genitori e madri che possono occuparsi del servizio mensa, della pulizia degli spazi adiacenti le scuole, dei parchi pubblici, dei giardini, della pulizia delle aree fluviali, delle strade. Nei comuni delle aree interne, montane e anche nelle città più grandi. Questa attività garantirebbe il ripristino del rapporto economico e sociale tra città e campagna attraverso il rilancio dell’economia con l’utilizzo di prodotti a km 0 generando sostentamento delle produzioni locali, in una regione con elevate risorse gastronomiche. Arginerebbe la tendenza sempre più frequente all’immigrazione verso la costa poiché implementerebbe l’offerta lavorativa, renderebbe vitali e autosufficienti i paesi, rilancerebbe l’economia concedendo privilegio alle piccole e medie aziende di produzione alimentare, se non dei mercati contadini come le realtà conosciute come “campagna amica””.

“Il reinserimento delle mense interne significherebbe soprattutto garantire qualità nella scelta, conservazione, varietà, appetibilità degli alimenti. Attualmente i cibi che arrivano nelle mense vengono trasportati anche per lunghi tragitti prima di giungere nei piatti dei nostri figli. E la richiesta del tempo pieno con il servizio post meridiano oltre l’età prescolare, si espande sempre più per necessità oggettiva dei genitori e madri lavoratrici. Questo ennesimo grave episodio che fortunatamente non ha causato perdita di vite umane, ma ha nociuto alla salute dei bambini e ragazzi, ha nuovamente evidenziato la necessità di fare prevenzione, mentre ha messo in luce la solita incapacità istituzionale che si attiva in emergenza e in modo evidentemente impreparato”.