Pescara. Iniziativa di protesta, questa mattina, sul lungomare sud di Pescara, all’esterno del centro Paolo VI: sono stati i dipendenti del centro di riabilitazione per disabili a distribuire ai passanti dei volantini per denunciare le condizioni della fondazione religiosa che gestisce le strutture socio-assistenziali.
“Ci siamo trovati costretti a organizzare questa iniziativa pubblica stanchi di attendere per mesi che il Vescovo risponda alle nostre legittime segnalazioni e richieste d’incontro”, spiega Luigi Iasci, Responsabile Federale USB Abruzzo, che chiede “alla Direzione della Fondazione di aprire il dialogo sul futuro dei Centri gestiti dalla Fondazione”.
“Da più di un anno”, riferisce il sindacalista, “decine di lavoratori e lavoratrici hanno deciso di organizzarsi con USB per chiedere il rispetto dei loro diritti e per migliorare il servizio che la Fondazione svolge nei confronti dei pazienti con disabilità curate nelle strutture della Paolo VI. Registriamo degli squilibri nella gestione dell’organizzazione del lavoro che porta ad una mole di carichi di lavoro eccessiva, data anche e soprattutto dal fatto che molti centri della Fondazione sono sotto organico, aumentando i rischi per la salute dei lavoratori. Di conseguenza la qualità del servizio rischia di subire un drastico calo nei confronti dell’utenza che si rivolge alla Fondazione per curarsi, una situazione che legittimamente rendiamo pubblica anche perché la Papa Paolo VI regge le sue attività attingendo ai fondi pubblici della Regione Abruzzo”.
“Contestiamo gli accordi integrativi sottoscritti da sindacati incapaci di coinvolgere la maggioranza dei lavoratori, accordi che hanno peggiorato le condizioni degli stessi”, prosegue Iasci, “tra questi ci sono i trasferimenti dei lavoratori dai Centri nei quali erano abitualmente impiegati ad altri Centri molto distanti dai luoghi di residenza, disciplinati senza criteri compatibili per legge e ponendo in una situazione di ricattabilità gli operatori. Chiediamo che si rispettino i diritti sanciti dal contratto nazionale di lavoro, anche a partire dal corretto utilizzo degli istituti dei permessi e delle ferie”.
“Noi non chiediamo la luna”, conclude il rappresentante sindacale, “chiediamo semplicemente l’apertura di un tavolo tra la Direzione della Fondazione e la nostra Organizzazione Sindacale, sigla maggiormente rappresentativa in numero di lavoratori iscritti, all’interno della Fondazione. In mancanza della disponibilità al dialogo ci vedremo costretti a continuare le iniziative di mobilitazione sindacale”.