Pescara. Chiamano i carabinieri Alle 15.00 di ieri, è giunta all’utenza Pronto Intervento “112” una telefonata da una cabina telefonica da parte di un uomo che riferiva di aver visto un cadavere in una pozza di sangue all’interno di un palazzo in costruzione adiacente ad un supermercato ubicato in questa via Tiburtina.
Prontamente sono giunte sul posto due pattuglie dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Pescara riscontrando che si trattava di una falsa segnalazione; insospettiti dalla situazione, tramite speditivi accertamenti, i Carabinieri hanno appurato che la telefonata era partita da una cabina telefonica ubicata proprio in questa via Tiburtina a poca distanza dal luogo segnalato. I militari hanno, dunque, preso contatti con i colleghi dell’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia – che frattanto stavano svolgendo un servizio di pattugliamento in borghese proprio nel quartiere Rancitelli – i quali, proprio nell’orario della telefonata, avevano notato A.G., 61enne, originario di Chieti, gravato da numerose segnalazioni di polizia, che stava effettuando una telefonata dalla predetta cabina.
Rintracciato e condotto in caserma, l’uomo ha ammesso di aver effettuato la chiamata senza però fornire ulteriori dettagli in merito. Per tali ragioni è stato conseguentemente deferito in stato di libertà per il reato di procurato allarme e, sebbene siano tuttora in corso gli accertamenti per capire le ragioni del gesto, allo stato non si esclude l’ipotesi che tale azione sia stata posta in essere per creare un diversivo per distrarre le forze dell’ordine presenti sul territorio in quel momento per la commissione di eventuali reati.