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Pescara, crisi covid: in piazza Salotto la protesta gli operatori dei matrimoni

Pescara. Confcommercio Pescara stamattina in Piazza Salotto per la manifestazione delle imprese che operano intorno al mondo del wedding per chiedere risposte immediate al Governo ed alle istituzioni in genere a sostegno di un comparto particolarmente colpito dall’emergenza Covid.

La manifestazione pescarese “INSIEME PER IL WEDDING” è stata organizzata da Marina Franceschini – Presidente dell’Associazione Atelier Sposi e Cerimonie aderente a Confcommercio Pescara e si è svolta in contemporanea con tantissime altre piazze sul territorio nazionale (ROMA, BOLOGNA, PADOVA, CUNEO, UDINE, BERGAMO, CASERTA, CATANIA, MESSINA, ASCOLI, CAGLIARI, SASSARI, NUORO).

La manifestazione, che ha avuto un grande successo e una numerosa e ordinata partecipazione di operatori della filiera del wedding, ha visto gli interventi della Presidente dell’Associazione Atelier Sposi e Cerimonie della Confcommercio Pescara Marina Franceschini, del Presidente della Confcommercio di Pescara, Riccardo Padovano e della Vicepresidente della Confcommercio Vincenzina De Sanctis. (vedere foto allegata).

““Noi siamo impossibilitati a lavorare ormai da 1 anno, con i punti vendita siamo in grandissima sofferenza e come noi ci sono tantissime imprese che avranno enormi difficoltà a riaprire.  Abbiamo registrato un calo di fatturato pari al 90% e non ci hanno concesso alcuna defiscalizzazione nè tantomeno indennizzi”, ha detto Marina Franceschini – Presidente Associazione Atelier Sposi e Cerimonie/Confcommercio Pescara, “Io per la prima volta mi trovo a chiedere aiuto, a nome di realtà sane, belle e fatte con  passione, spesso cresciute in diverse generazioni. Il nostro Paese è Cristiano Cattolico e tradizionalista. Siamo abituati per tradizione a festeggiare non solo I Sacramenti ma anche le fetste come I 18 anni, le lauree, la pensione, le nozze d’argento, d’oro. Un mondo di eccellenza che è stato completamente dimenticato”.

“Il comparto deve avere una data certa di ripartenza in sicurezza e rispettando degli specifici protocolli entro il 15 marzo”, ha aggiunto snocciolando le cifre della crisi, “Il settore wedding è uno tra i comparti più colpiti, se non il più colpito, dalla crisi collegata all’emergenza da COVID-19 vista l’immediata chiusura di tutto ciò che generava assembramento e/o raggruppamento di persone imposti dal governo, anche il successivo restringimento numerico di presenze (per i matrimoni) ha bloccato le celebrazioni per il 90 % .Nel 2019, in Italia si sono svolti oltre 360.000 eventi privati di medio-grandi dimensioni (ossia, con almeno 40 partecipanti). Questo comparto wedding/cerimonie si compone di 90.000 imprese e partite IVA connesse alla filiera, per un totale di 1 milione di lavoratrici e lavoratori stabili (assunti stabilmente) e oltre 150.000 lavoratori stagionali durante i mesi più richiesti nei quali si celebrano più cerimonie (da metà primavera a inizio autunno). Una filiera estremamente professionale e interamente italiana che ha un valore, nel suo indotto primario, di oltre 15 Miliardi di Euro, e nel suo Indotto Globale di oltre 25 Mld di Euro.

“Come tutti i comparti turistico/ristorativi e alberghieri, e ancor più per le specificità proprie descritte sopra, il settore ha subito una perdita senza precedenti.

Sottolineando che i vari provvedimenti nazionali e che hanno introdotto ristori e altre misure di sostegno economico e finanziario a favore degli operatori economici maggiormente colpiti dall’emergenza e dalle misure di contenimento non hanno incluso gli operatori del settore wedding/cerimonie/event tra i beneficiari, nel corso della manifestazione sono state ribadite le tante istanze del comparto wedding fra le quali in particolare:

  • il riconoscimento di un contributo a fondo perduto di importo pari – ad esempio – al 40% della diminuzione di fatturato;
  • l’introduzione di un’esenzione temporanea dall’IMU, dalla TARI e dall’IRES per due annualità oppure – in alternativa – di uno sgravio non inferiore al 70% delle suddette imposte;
  • l’erogazione di prestiti bancari, fino ad un importo corrispondente al fatturato del 2019 assistiti da una garanzia statale del 100%, di durata compresa tra i 15 e i 20 anni, a tasso zero;
  • il prolungamento delle misure CIG e FIS fino alla ripresa dell’attività operativa prevista non prima di giugno 2022 ;
  • una ulteriore moratoria di tutti i mutui fino a giugno 2022 con quota interessi per il primo semestre dell’anno 2022 coperta all’80% anzichè il 50%