Usando delle corde trovate in un cantiere, il vice questore aggiunto, ha arrestato il bandito.
“In quel momento ero libero dal servizio e stavo passando nei pressi dell’abitazione rapinata – racconta Cosentino – Ho visto le auto della squadra Volante ed un mezzo della Mobile fermi e inizialmente ho pensato che l’obiettivo fosse il vicino ufficio postale. Aggiornato sulla situazione, ho partecipato alle ricerche. In una casa in costruzione c’erano evidenti tracce di calpestio di erba che mi hanno spinto ad entrare”.
“Ero disarmato e senza manette – prosegue il funzionario di polizia – ma fortunatamente con me c’era un valido collaboratore, l’assistente capo Marco Faieta, e quindi mi sentivo più che sicuro. Nella casa in costruzione abbiamo rintracciato uno degli autori della rapina. Abbiamo usato delle manette di fortuna, abbiamo trovato attrezzatura da cantiere ed abbiamo utilizzato quella per immobilizzarlo. Lui non ha detto nulla, si è lasciato prendere. Non ha opposto resistenza”.
Sono due, quindi, i malviventi fermati. Si tratta di M.R., 23 anni, nato in Bosnia Erzegovina, e H.S., 23 anni, nato a Roma ma di origini bosniache, entrambi residenti nella Capitale. Gran parte della refurtiva è stata recuperata.
Nel frattempo, il proprietario, trasportato in ospedale, è stato medicato e dimesso con una prognosi di dieci giorni per una policontusione con ferite lacerocontuse al cuoio capelluto.
Stando alle prime informazioni raccolte, la banda di malviventi, composta da sei persone, è arrivata a Pescara nella notte: due di loro sono rimasti all’esterno e quattro sono entrati nell’abitazione. Uno dei mezzi utilizzato per raggiungere la città adriatica, un Peugeot Ranch, è stato recuperato e sequestrato; verrà sottoposto ad accertamenti da parte della polizia scientifica.