Pescara. Arriva celermente la risposta dal Ministero della Giustizia alla missiva con cui il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari aveva denunciato la carenza di personale all’interno della Casa Circondariale di Pescara.
“Voglio ringraziare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e il Ministro Cartabia per aver mostrato grande sensibilità sul tema e aver risposto in tempi relativamente brevi alla mia sollecitazione. Quello della carenza di personale nel carcere di Pescara è un tema di cui mi sono occupato in prima persona e che mi sta particolarmente a cuore. È dovere delle istituzioni difendere gli agenti che ogni giorno lavorano senza sosta, tra turni di servizio di 8 ore al posto delle 6 contrattualmente previste, e la rinuncia alle ferie, per garantire la sicurezza nella struttura. A loro va il mio incondizionato supporto, nelle parole e nei fatti”.
“Dalla lettera del Dipartimento – prosegue Pettinari – viene confermato quanto stiamo denunciando, con una carenza di organico totale stimata addirittura in 48 unità. Un numero enorme su cui il Ministero ha preso l’impegno di intervenire in fretta, a cominciare dall’assegnazione di un adeguato numero di agenti assistenti a conclusione del 178° Corso allievi agenti. Rassicurazioni arrivano anche su future assunzioni sia nel ruolo di sovrintendenti che in quello di ispettori, con i relativi concorsi interni che proseguono il proprio iter, all’esito dei quali la struttura di Pescara sarà tenuta sicuramente in considerazione”.
“Mi auguro che le forze di polizia che attualmente qui operano vengano supportate presto, soprattutto visto il previsto pensionamento a stretto giro di altri 5 o addirittura 6 agenti. Questa lettera rappresenta il primo passo nella direzione giusta per sanare una gravissima situazione. Adesso il problema è noto al Ministero della Giustizia, ed è una buona notizia il fatto che si stiano già predisponendo le contromisure affinché si intervenga il prima possibile, assegnando nuovo personale al carcere”.