Pescara. Per la marineria di Pescara torna l’incubo dell’insabbiamento: i fondali sono di nuovi pericolosamente bassi e i pescherecci rimangono incagliati, e si teme di tornare alla terribile situazione vissuta qualche anno fa, con il porto chiuso a causa del mancato dragaggio.
Al ritorno in mare dopo l’Epifania, la notte tra domenica e ieri, alcuni pescherecci sono rimasti con eliche e scafi incagliate all’imboccatura del porto canale. Ore di manovre, con le imbarcazioni assistite dalle motovedette della Guardia Costiera per cercare di uscire dal “pantano” creato dalla sabbia depositata, in abbondanza, dal maltempo e dai lavori per il nuovo porto.
La stessa Direzione Marittima, resasi conto della situazione, ha indicato il porto di Ortona come scalo secondario per i marittimi pescaresi che non riusciranno a rientrare in banchina. Il comandante regionale Donato De Carolis, inoltre, ha affermato che servono urgenti lavori per un dragaggio di emergenza e lo svuotamento della vasca di colmata per depositare quanto dragato.
E il Fai Cisl definisce “inaccettabile che nelle operazioni di uscita o di rientro in porto le condizioni di sicurezza siamo messe in discussione dalle condizioni troppo basse del fondale, situazione nota a tutti da anni, situazione che negli anni non è stata mai risolta in maniera radicale e definitiva”. Il sindacato si appella “al Governo Regionale, alla Provincia di Pescara, al Comune di Pescara e alle istituzioni competenti tutte di procedere in tempi rapidi ad un dragaggio di emergenza al fine ripristinare le giuste condizione di navigabilità del porto, in modo da consentire alla Marineria di Pescara di riprendere in tempi brevi la normale attività lavorativa anche perché il settore è oggi privo di ammortizzatori di sostegno al reddito per i pescatori”.