Le indagini sull’omicidio di Christopher Thomas Luciani, noto come Crox e deceduto a soli 17 anni, continuano senza sosta.
Il giovane è stato brutalmente assassinato con 25 coltellate nel parco ‘Baden Powell’, un gesto atroce legato a un piccolo debito di droga.
Grazie alle testimonianze dei giovanissimi presenti al momento del fatto e alle immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza, gli investigatori hanno potuto ricostruire con chiarezza la dinamica degli eventi. Nonostante ciò, molti dettagli rimangono ancora da chiarire per poter fare piena luce sulla vicenda.
Un elemento chiave nelle indagini è rappresentato dagli smartphone sequestrati ai due sedicenni fermati in quanto ritenuti responsabili dell’omicidio, ma anche ai dispositivi degli amici che erano con loro al momento del crimine. Tutti erano a conoscenza di quanto accaduto. Gli accertamenti sui telefoni, svolti dal consulente informatico della Procura per i minorenni dell’Aquila, potrebbero rivelare informazioni cruciali sul debito maturato dalla vittima e su un possibile appuntamento tra Thomas e gli altri ragazzi prima del tragico epilogo.
Il luogo dove si è consumato il delitto era un’area densa di vegetazione nascosta e difficilmente accessibile, situata nei pressi delle ferrovie e raggiungibile attraverso una recinzione danneggiata. Questa zona impervia ha ritardato la scoperta del corpo; se non fosse stato per la confessione di un testimone chiave nella serata stessa dell’omicidio, sarebbero forse passati giorni prima che qualcuno lo trovasse.
Nel frattempo emergono commoventi testimonianze familiari: la nonna di Crox ha parlato all’indomani dei funerali proponendo l’installazione nel parco Baden Powell di una targa in memoria del nipote. Con questa iniziativa spera possa essere salvata la vita ad altri giovani coetanei esposti ai rischi dello spaccio che caratterizza quell’area.
La morte tragica di Crox ha riportato alla luce il tema sempre più preoccupante del disagio giovanile nella città adriatica. Genitori preoccupati raccontano come i loro figli vivano nell’ansia costante quando escono per strada, temendo incontri con baby gang violente pronte a minacciare o aggredire per pochi euro o per un cellulare.
Di fronte alla crescente preoccupazione cittadina riguardante sicurezza e criminalità minorile, il prefetto Flavio Ferdani ha annunciato l’imminente arrivo di 30 uomini delle forze dell’ordine aggiuntivi destinati al controllo intensivo del territorio pescarese nei prossimi giorni.