Spoltore. Botta e risposta tra il presidente del Consiglio comunale di Spoltore, Lucio Matricciani, e l’opposizione a proposito del rinvio dell’istituzione della Nuova Pescara.
“La decisione di Montesilvano sulla Nuova Pescara (lo slittamento di un anno rispetto al primo gennaio 2023, Ndr.) non cambia nulla per Spoltore. Il consiglio che ho l’onore di presiedere ha chiesto più tempo per decidere: lo farà nel rispetto della normativa regionale, che purtroppo né a Pescara né a Montesilvano qualcuno ha avuto il tempo di studiare”, afferma Matricciani.
“L’amministrazione comunale di Spoltore – replica l’opposizione – continua la telenovela allo stesso modo della precedente, attuando tattiche ed escamotage con chiari intenti ostruzionistici alla fusione”.
“La nostra interpretazione – dice Matricciani – è quella corretta anche perché nasce da un confronto con l’ufficio legale della Regione Abruzzo. La Regione stessa, dunque, ci ha confermato la possibilità di rimandare la decisione a dopo il 31 ottobre. Mi fa sorridere leggere della possibilità di un ricorso al Tar come se dovesse preoccuparci: non abbiamo nessuna paura che un giudice ci imponga la data del primo gennaio 2023, questo evidentemente spaventa Montesilvano o Pescara. Ho già detto più volte che, personalmente, considero la scadenza del 2024 inaccettabile: il mio auspicio è che il 10 novembre il nostro consiglio, tutto insieme, decida di evitare il rinvio a quella data”.
I consiglieri comunali di opposizione Agnese Ranghelli, Marco Della Torre e Stelvio D’Ettorre sostengono che l’amministrazione si colloca “tra gli ignavi, gli incapaci o, forse più semplicemente, tra coloro che pensano solo a difendere il proprio orticello senza una minima visione lungimirante. Non si perda inutilmente altro tempo – dicono – e si lavori di gran lena per realizzare la migliore delle operazioni mai realizzate fino ad oggi, in Abruzzo ed in Italia e, persino in Europa. Il vero obiettivo, pertanto, non sia quello di guadagnare tempo per non decidere, ma compito assegnato alla politica è quello di decidere. Siamo chiamati ad un lavoro sodo ed importante, per dare sostanza alle opportunità straordinarie che una grande città offre: chi non ha questo coraggio o non si ritiene all’altezza si dimetta”, conclude l’opposizione.