Il presidente del tribunale collegiale Rossana Villani ha invece assolto l’imputato dall’accusa di rapina, di cui era accusato per avere sottratto alla donna, con violenza e minacce, in due occasioni, il suo telefono cellulare. Il pm Rosangela Di Stefano, nella sua requisitoria, aveva chiesto una condanna a 8 anni, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione o, in subordine, il minimo della pena.
Il tribunale, in primo grado, ha accertato che in più occasioni, tra il 19 ottobre del 2014 e il 5 febbraio 2015, l’uomo aggredì a calci, pugni e morsi la convivente, provocandole lesioni in diversi punti del corpo, con prognosi tra i 5 e i 10 giorni. Inoltre insultò e minacciò di morte la donna, una volta anche con un coltello, inducendola quindi ad abbandonare la casa per paura. Anche dopo essersi trasferita in una nuova abitazione, la donna continuò a subire le violenze e fu nuovamente minacciata di morte dall’ex convivente, il quale pretendeva che la ragazza tornasse a vivere con lui.
In particolare, la notte del 28 ottobre 2014, dopo una prima aggressione, l’imputato inseguì la donna nella casa di un’amica presso la quale si era rifugiata, sempre a Montesilvano, costringendola, davanti alla figlia di tre anni, “a subire con violenza e minaccia atti sessuali contro la sua volontà”.