Potranno accedervi le donne vittime di violenza di genere o domestica vittime di atti gravi ovvero non episodici di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica, che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare (o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva). L’accesso alla Casa Rifugio, per sei posti, avviene esclusivamente per il tramite dei Centri Antiviolenza, anche su segnalazione del pronto soccorso degli ospedali, del medico di famiglia, dei servizi sociali dei Comuni e delle forze dell’ordine.
“La Casa Rifugio è una struttura pubblica che offre accoglienza e protezione alle donne vittime di violenza e loro figlie e figli minori, indipendentemente dallo stato giuridico, dalla territorialità comunale o dalla cittadinanza, utilizzando una metodologia di accoglienza basata sulla valorizzazione delle risorse relazionali tra donne – spiega il sindaco Ottavio De Martinis -. Alla Casa Rifugio deve essere garantita la segretezza dell’ubicazione finalizzata alla sicurezza delle vittime di violenza ospitate e ai loro figli minori. Per quanto riguarda la possibilità di accoglienza di donne vittime di violenza con l’Azienda Speciale avevamo già presentato istanza di finanziamento e richiesto al Ministero degli Interni una proroga con rimodulazione in diminuzione di posti della progettualità Sprar, ordinaria in scadenza al 30 giugno 2020. Tra gli immobili che non verranno più utilizzati per il progetto Sprar, ordinari di Montesilvano rientra proprio l’immobile di Via Dante 11, che ben si presta ad ospitare una casa rifugio per un massimo di sei posti. Nell’interlocuzione con il Sistema Centrale Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati) abbiamo appurato la possibilità di attivare una procedura per richiedere al Sistema Centrale e al Ministero degli Interni l’utilizzo straordinario di strutture Siproimi, per accoglienza di fasce deboli popolazione legate all’emergenza epidemiologica Covid-19”.
“Mai come in questo momento storico poteva essere così importante per il comune di Montesilvano attraverso l’azienda speciale , dare vita alla casa rifugio – afferma l’assessore alle Politiche sociali Barbara Di Giovanni – . Con la rimodulazione e riduzione degli spazi inizialmente destinati agli Sprar è stato possibile grazie ad un progetto approvato dal Ministero ottenere e convertire gli spazi per accogliere la struttura per tutelare il mondo delle donne vittime di violenza. In questo specifico periodo di emergenza Covid tante sono state le segnalazioni di donne colpite da maltrattamenti fisici e psicologici. Questo è un ottimo risultato poter dare il via alla casa rifugio, che potrà ospitare ed aiutare donne e minori, con la speranza che questo possa essere un esempio di progetto attuabile anche per altro comuni della provincia e della nostra regione”.
Le procedure di accoglienza prevedono due modalità: ordinaria oppure d’urgenza. La modalità “ordinaria” è attivata quando la donna vittima di violenza ha necessità di uscire dalla propria abitazione e trasferirsi in un contesto protetto, anche in assenza di emergenza immediata legata alla propria incolumità. La modalità “d’urgenza” è attivata quando è necessario allontanare immediatamente la donna, ed eventuali figli minori, dalla propria abitazione per tutelarne l’incolumità. Per ogni donna accolta viene redatto, dalla Coordinatrice del Centro Antiviolenza di Montesilvano, in collaborazione con la rete dei servizi interessati alla situazione, un progetto individuale finalizzato al perseguimento dell’autonomia e al reinserimento sociale, della cui realizzazione sono responsabili tutti i soggetti che lo sottoscrivono.