Cepagatti. Il Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale è tornato a occuparsi, ieri, delle costruzioni parzialmente realizzate accanto al centro commerciale Megalò, avviate sulla base di una conferenza di servizi indetta dal Comune di Cepagatti, subito contestata dalla Regione e annullata con sentenza del Tar Abruzzo.
“Questa volta”, riferisce il Wwf Chieti-Pescara, “il Comitato VIA ha dovuto pronunciarsi sulla nota di diffida e comunicazione di Avvio della procedura sanzionatoria (…) da parte del Servizio Valutazioni Ambientali del 9 aprile scorso, relativa proprio alle costruzioni”. Su questa procedura la Sile Costruzioni aveva presentato controdeduzioni mentre il Wwf si era inserito nel procedimento con proprie articolate osservazioni, sostenendo, tra le altre cose che i titoli abilitativi citati da Sile non sono affatto validi come dalla ditta sostenuto in quanto annullati dal Tar Abruzzo, previo ricorso presentato dalla Regione Abruzzo e che appare del tutto privo di significato affermare che non è stata formalmente asserita la decadenza del giudizio Via n. 1925/2012, per il quale era invece intercorso il decadimento d’ufficio per la scadenza dei termini di validità e per il mancato rispetto della prescrizioni alle quali tale giudizio era subordinato”.
“Il Comitato”, riporta ancora il Wwf, “ha esaminato la questione e ha deciso di sospendere il procedimento sanzionatorio già avviato in attesa della sentenza del Tar in relazione al ricorso presentato dalla Sile che chiede l’annullamento delle varie bocciature pronunciate da marzo 2017 in avanti dal Comitato Via stesso. Per quanto riguarda i lavori di messa in sicurezza dei cantieri (si parla solo di quelli e non certo di attività di completamento) il Comitato Via rimanda la decisione, per le rispettive competenze, ai Comuni di Chieti e Cepagatti specificando chiaramente che si tratta di eventuali ulteriori interventi per la messa in sicurezza”.
Il Comitato infine, rispondendo a una esplicita sollecitazione del Wwf, precisa che “al momento, in attesa delle definitive decisioni della magistratura, non ricorrono le condizioni per ordinare la demolizione delle opere”.
“La Sile, in sede di audizione ha infine richiesto per l’ennesima volta il riesame della questione”, conclude il Wwf, che annuncia di voler presentare le proprie osservazioni “in difesa del territorio contro un’opera progettata in un posto sbagliato che, semmai malauguratamente realizzata, aumenterebbe a dismisura il rischio per i cittadini e la collettività”.