Dei 136 morti italiani, 62 erano abruzzesi e ben 22 erano nati nel centro del pescarese, principale crocevia dellâimmigrazione in Belgio per lavorare nelle miniere in quel difficile dopoguerra. Manoppello, alle falde della Maiella in Val Pescara, era luogo di miniere di bitume ed altro dal secolo precedente.
Le celebrazioni organizzate dalla associazione âMarcinelle per non dimenticareâ sono iniziate ieri sera in piazza Marcinelle con lo spettacolo teatrale âFacce nere di oggi e domani. Dallâaltra parte del cuoreâ che ha raccontato il dramma dellâimmigrazione italiana, e sono il culmine di altre iniziative che hanno preceduto lâ8 agosto. Tra queste per esempio un monumento- la pietra commemorativa in ricordo delle donne vittime del lavoro in miniera, inaugurato il 29 giugno.
Oggi oltre alle cerimonie alla Basilica del Volto Santo e al cimitero, il programma prosegue con la targa ad un minatore reduce dal Belgio, Urbano Ciacci, e in serata un oratorio, âLa catĂ strofaâ, ispirato al libro Oratorio per Marcinelle di Paolo Di Stefano, appositamente scritto da Etta Scollo.
âLa tragedia di Marcinelle è ancora attuale e viva â ha ricordato il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio -. E ancora oggi, molti abruzzesi sono costretti a emigrare allâestero per trovare un lavoro. Onorare la memoria delle vittime di Marcinelle â ha aggiunto ancora il presidente â significa ricordare un patrimonio di sofferenze, un patrimonio che aiuta a formare le future generazioni, a capire da quali radici provengono e soprattutto i sacrifici che la vita riserva durante il cammino. Marcinelle conserva tutti questi insegnamentiâ.