Follia+a+Pescara%2C+bambina+con+maglia+Lazio+esclusa+dal+ristorante
abruzzocityrumorsit
/cronaca/cronaca-pescara/follia-a-pescara-bambina-con-maglia-lazio-esclusa-dal-ristorante.html/amp/
Cronaca Pescara

Follia a Pescara, bambina con maglia Lazio esclusa dal ristorante

A Pescara, una bambina di 11 anni non può entrare in un ristorante per la maglia della Lazio. Scoppia la polemica, la S.S. Lazio la invita a Formello

Una vicenda incredibile ha macchiato l’immagine dell’accoglienza turistica di Pescara. Una bambina di 11 anni, in vacanza con la famiglia da una cittadina romana, si è vista negare l’ingresso in un ristorante della riviera. Il motivo è a dir poco pretestuoso. Indossava un cappellino e una maglietta della Lazio, squadra la cui tifoseria è storicamente rivale di quella del Pescara.

Follia a Pescara, bambina con maglia Lazio esclusa dal ristorante (Screenshot Facebook) – Abruzzo.cityrumors.it

Erano le 13 di domenica, il caldo era torrido, quando la famigliola – composta da due sorelline e i loro genitori – si è avvicinata all’ingresso del ristorante. Un uomo, presumibilmente il titolare, li ha fermati con un’affermazione lapidaria e incredibile: “Tu non entri con quel cappello e quella maglietta della Lazio. Te li devi togliere se volete entrare tutti quanti“. Inizialmente, i genitori hanno pensato a uno scherzo, ma il tono serio e la ferma intenzione dell’uomo li hanno fatti ricredere. La famiglia è stata costretta ad andare via e pranzare altrove, con la bambina ancora con il suo cappellino biancoceleste in testa.

Questa scena, così come descritta sui social e corroborata dai numerosi commenti negativi che ha raccolto, getta un’ombra pesante sulla vocazione turistica di Pescara e sul suo spirito di accoglienza. Un gesto isolato, forse, ma che da solo “fa più danni di tanti altri e rovina gli sforzi di qualsiasi campagna promozionale“, come sottolineato da più parti.

Chiedo io scusa a nome di tutti, perché Pescara non è così“, ha commentato un operatore del settore turistico, titolare di un noleggio bici a cui la famiglia si era rivolta poco prima. L’uomo, che ha ascoltato il racconto attonito, ha aggiunto: “Mi sono vergognato di quanto successo, mi sono vergognato per quel ristoratore. I turisti sono turisti a prescindere di quale squadra siano, dobbiamo farci dire come è bella Montesilvano o com’è bella Pescara. Per questo rivolgo di nuovo scusa alla bambina e alla sua famiglia“.

La rivalità cieca e il silenzio del ristoratore

La vicenda ha fatto riemergere antiche e mai sopite rivalità tra tifoserie, che evidentemente hanno accecato il ristoratore. Ma la domanda che ricorre nei commenti di condanna sui social è una sola: “Ma che cosa c’entra il calcio quando ci sono due bambine di mezzo e una famiglia che vuole solo pranzare e pagare al ristorante?“. Un quesito che sottolinea l’irrazionalità e l’assurdità del comportamento.

La rivalità cieca e il silenzio del ristoratore (Ansa Foto) – Abruzzo.cityrumors.it

La famiglia ha raccontato di essere stata attratta dal buon profumo di frittura del locale. “Poi abbiamo notato il proprietario che ci guardava e borbottava“, raccontano i genitori. L’uomo li aveva persino invitati a spostare le bici perché di colore celeste. Ma il culmine è stato quando la figlia si è avvicinata e si è sentita dire chiaramente che “non poteva entrare nel locale perché indossava il cappello e la maglia della Ss Lazio“.

Nonostante i genitori avessero provato a sorridere, l’uomo ha ripetuto la sua richiesta davanti agli altri clienti: “Potevamo entrare nel suo locale solo se la bambina avesse tolto il cappello e cambiato maglia“. Il commento lapidario della famiglia è stato: “Non merita i nostri soldi, ma merita di sentire il bisogno di lavorare“.

Contattato da ilcentro.it, il ristorante della riviera ha risposto in modo sbrigativo: “Non ci interessano queste cose“, senza mostrare alcun segno di scuse o pentimento.

L’abbraccio della Lazio: invito a Formello per la piccola tifosa

A fronte di questa spiacevole vicenda, è arrivato un messaggio che ha scaldato il cuore di tanti. La S.S. Lazio, venuta a conoscenza dell’accaduto, ha voluto inviare un messaggio di solidarietà alla piccola Emma:

L’abbraccio della Lazio: invito a Formello per la piccola tifosa (Ansa foto) – Abruzzo.cityrumors.it

Cara Emma, abbiamo letto la tua storia e ci ha colpito profondamente. Non riusciamo nemmeno a immaginare quanto sia stato brutto sentirsi dire di non poter entrare in un locale solo perché indossavi con orgoglio il cappellino e una maglietta con i colori della tua amata Lazio. Per questo, abbiamo pensato di invitarti a Formello, nel cuore della nostra casa, per stare insieme alla squadra, allo staff e a chi lavora ogni giorno per rendere speciale questa maglia. Sarai la benvenuta perché chi ama la Lazio è parte integrante della nostra storia. Ti aspettiamo a braccia aperte. Con affetto, S.S. Lazio“.

LEGGI ANCHE… Pescara, gestori di locale pestati per “troppo rumore”

Un gesto che, al di là dell’episodio, ha trasformato una brutta storia in un’occasione di unione e riscatto per la piccola tifosa.

Marco Ercole

Giornalista, scrittore, amante della lettura. Mi piace scrivere di ogni cosa, diversificare gli interessi, ma tendenzialmente mi occupo di sport da 20 anni, collaborando anche con Repubblica, FOXSports, Corriere dello Sport, Tuttosport, Il Millimetro e molto altro ancora.