Manoppello. Il consiglio comunale di Manoppello ha deliberato il proprio parere negativo, che sarà trasmesso in Conferenza dei Servizi, al progetto per il raddoppio della ferrovia Roma-Pescara
Riunito ieri in seduta straordinaria, il l’assise civica di Manoppello ha ribadito e confermato all’unanimità la piena contrarietà al progetto Rfi che prevede il raddoppio ferroviario Roma-Pescara così come riportato nel Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica per i lotti 1 e 2.
L’atto di oltre sessanta pagine costituisce formulazione di parere negativo del Comune e sarà trasmesso in Conferenza di Servizi e ai Ministeri di Infrastrutture e Transizione ecologica, nonché alla Regione.
Nelle seduta di ieri, il Consiglio manoppellese ha inoltre espresso la piena disponibilità al riavvio dell’iter di approvazione del PFTE con una soluzione di tracciato diversa da quella esistente, “condivisa con l’Amministrazione Comunale ed il territorio, sulla scorta delle soluzioni proposte già formulate in sede di Dibattito Pubblico” ed ha chiesto alla Regione Abruzzo “un rinnovato e maggiore impegno, a sostegno delle attività dei Comuni di Manoppello e Chieti tese ad avanzare il livello tecnico di definizione e il grado di condivisione, della cosiddetta Variante dei cittadini”.
Alla seduta oltre alla cittadinanza, hanno preso parte e portato un loro contributo il presidente del Comitato cittadino Comferr Antonio Bianchi, i rappresentanti dei territori attraversati dall’opera, ovvero i sindaci dei Comuni di Chieti Diego Ferrara, di Scafa Giordano Di Fiore e l’assessore di Rosciano Barbara Blasioli e il primo cittadino di San Giovanni Teatino Giorgio Di Clemente, impegnato in un’analoga battaglia di tutela della propria cittadina interessata dal lotto zero.
Nel corso del Consiglio comunale presieduto da Roberto Cavallo, il sindaco Giorgio De Luca, illustrando la proposta di deliberazione, ha ripercorso i passaggi chiave degli ultimi sei mesi di attività messe in campo dall’amministrazione “che ha lavorato in sintonia fra maggioranza e opposizione”.
Diversi gli interessanti interventi che si sono susseguiti fra i quali quelli di Barbara Toppi, capogruppo di minoranza de L’Alternativa e vicepresidente della Commissione consiliare Rfi; Maurizio Minichilli, avvocato e consulente tecnico del Comune e Giulia De Lellis, assessore, capogruppo di maggioranza Uniti per Manoppello e componente della Commissione consiliare Rfi presieduta da Davide Iezzi.
Chiesto, inoltre, alla Regione, avvalendosi delle prerogative attribuitegli in via esclusiva dall’articolo 117 della Costituzione, di “formulare in sede di Conferenza dei Servizi il proprio parere negativo e/o dissenso qualificato alla realizzazione del raddoppio ferroviario Roma-Pescara”. ”L’ulteriore consumo di suolo – ha detto il primo cittadino di Manoppello Giorgio De Luca – è una delle profonde ferite che il Progetto Rfi lascerebbe sul nostro territorio. Da un lato, nel centro urbano, con il raddoppio in affiancamento al tracciato esistente si sventra la città, si abbattono case ed attività commerciali, si complicano i collegamenti con gravi problemi per il trasporto pubblico locale dirottato su strade troppo strette per il passaggio di autobus e mezzi; dall’altro, fuori dal centro cittadino il tracciato proposto da Rfi, prevede l’abbandono in affiancamento alla linea storica e la realizzazione di un imponente viadotto articolato in 3 elementi che sormonta prima la statale, poi l’autostrada e infine il fiume Pescara. Si tratta di un’opera a forte impatto ambientale che costituirebbe un unicum nella realtà della Val Pescara in quanto sola infrastruttura che taglia trasversalmente ed in modo così significativo la vallata. Inoltre, – ha aggiunto De Luca – questo viadotto in rilevato, interferirebbe con Alanno gas, che resta un’area totalmente insicura. Auspichiamo che la Conferenza dei Servizi bocci il progetto Rfi e che parallelamente, si valuti seriamente la Variante proposta dai Comuni di Manoppello e Chieti, anche in considerazione della presenza e dell’attività dell’area Interportuale”.
Tra i molti aspetti affrontati nel corso del dibattito la necessità di valutare i costi-benefici dell’infrastruttura nella sua interezza chiedendo a tecnici specializzati di stilare una relazione esaustiva. “Sui lotti 1 e 2 sono tantissime le criticità riscontrate – ha ricordato De Luca – basta pensare che il progetto Rfi lambisce una centrale del gas. Se poi percorriamo idealmente la ferrovia verso Roma un altro tratto critico si prospetta tra Popoli, Pratola Peligna e Sulmona con il traforo del monte Morrone che oltre ad una devastazione ambientale, rischia di generare oggettivi problemi di approvvigionamento delle acque”.