In manette con l’accusa di corruzione è finito un 51enne assistente capo della Polizia Penitenziaria, arrestato e posto ai domiciliari – dove già si trovava per una analoga vicenda – dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Pescara.
Le indagini, dirette dal sostituto procuratore della Repubblica Paolo Pompa, hanno fatto luce sulle condotte illecite dell’uomo che, contravvenendo ai suoi doveri di pubblico ufficiale, in più occasioni aveva ricevuto denaro e altre utilità in cambio di ‘favori’ ai detenuti, ai quali non solo consentiva di colloquiare, tramite il proprio telefono personale, con i familiari, ma consegnando ai reclusi anche telefonini cellulari, di ridottissime dimensioni e facili pertanto da nascondere all’interno delle celle.