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Discarica abusiva con droga a Montesilvano: la Finanza sequestra 300 metri quadri VIDEO

Montesilvano. Una montagna di rifiuti edili, lamiere, avanzi alimentari, bombole di gas e ossigeno, estintori in biossido di carbonio, ma anche ciclomotori e veicoli fuori uso, tutti sversati illegalmente su una superficie di 300 metri quadri, già occupata da un opificio a Montesilvano.

Uno scenario allarmante, scoperto dalle Fiamme Gialle di Pescara all’esito dell’operazione Trash, nell’ambito della quale i militari, individuati i due proprietari di un sito in evidente stato di incuria ed abbandono, hanno fatto scattare il blitz.

Sequestrata l’area, i finanzieri, grazie all’ausilio delle unità cinofile, hanno anche rinvenuto della cocaina, nascosta da uno dei responsabili. Entrambi sono stati deferiti alla locale autorità giudiziaria per violazione del Codice dell’Ambiente.

Sono in corso ulteriori approfondimenti sui veicoli rinvenuti, nonché sull’eventuale danno ambientale cagionato dalla prolungata infiltrazione di oli e percolato nel sottosuolo e dalla continua persistenza sul terreno di materiali tossici.

Le discariche abusive infatti, oltre a ad essere nocive per l’ambiente circostante, sono soprattutto deleterie per la salute, dati i rischi legati all’inquinamento da roghi di rifiuti e da sovraccarico di metalli pesanti nelle falde acquifere.

In questo settore, i comportamenti fraudolenti, penalmente rilevanti, sono in progressivo aumento, anche nell’ambito delle società interessate dai bilanci di “sostenibilità” e dalle nuove disposizioni europee in materia di contrasto alla criminalità organizzata ambientale.

“L’operazione ‘Trash’ accende i riflettori su un quadro di illegalità ambientale, alimentato da pratiche abusive di smaltimento dei rifiuti – afferma Antonio Caputo, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, che spiega: “Spesso queste condotte rimandano ad un meccanismo di elusione dei costi connessi con una corretta gestione dei rifiuti accolti negli impianti a fronte di un corrispettivo, sia nei casi più eclatanti, quando i rifiuti derivano da un traffico clandestino, sia nel caso di chi agisce in un’apparente cornice di legalità, ma non può permettersi di subire controlli sulla quantità dei rifiuti ricevuti e sulla qualità della sua gestione”.