Città Sant’Angelo. Si complica la vertenza dei 22 operatori del Nike Factory Store: fumata nera nelle trattative per cercare di salvare i posti di lavoro, dopo l’annuncio del grande marchio sportivo di voler chiudere il punto vendita angolano.
Mercoledì 9 ottobre si è tenuto il tavolo di confronto tra la Nike B.V. e la Filcams-CGIL di Pescara al fine di scongiurare o trovare soluzioni alternative alla chiusura definitiva del punto vendita sito all’interno dell’Outlet Città Sant’Angelo Village.
“Il tavolo di confronto, in principio negato dall’azienda”, spiega una nota del sindacalista Davide Urbano, “si è riuscito ad ottenere grazie ai due passati week-end di sciopero delle lavoratrici e lavoratori del Factory Store, di fatti la Nike B.V. precedentemente si era concessa solo tramite una fredda videoconferenza in cui comunicava l’irrevocabilità della chiusura fornendo come unica alternativa ai lavoratori, quasi nella totalità Part-time, trasferimenti a non meno di 200 chilometri senza riconoscere alcun aiuto economico per sostenere almeno in un primo periodo le spese di vitto e alloggio, oltre che un risicato riconoscimento monetario (pari a una/due mensilità) per chi non fosse in condizioni di raggiungere i territori in cui ricollocati”.
“Purtroppo”, riferisce Urbano, “anche il confronto, si è rivelato del tutto improduttivo, di fatti l’azienda ha respinto quasi nella totalità le richieste dell’Organizzazione Sindacale rimanendo ferma sulle proprie posizioni inerenti la chiusura del punto vendita, eventuali proroghe alla data di chiusura, possibili ricollocazioni presso i loro partner sul territorio, aiuti economici per sostenere spese di vitto e alloggio e incrementi economici per indennizzare chi non fosse nelle condizioni di raggiungere i punti vendita in cui ricollocati. Le uniche proposte avanzate dalla Nike B.V. sono state la possibilità di valutare, in base alla capienza del punto vendita di destinazione, possibili aumenti dei parametri orari contrattuali delle lavoratrici e lavoratori che intendessero accettare il trasferimento oltre che l’ausilio di un’agenzia del lavoro (interinale) per eventuali proposte di occupazione in regime di somministrazione di lavoro”.
“Infine, l’unico impegno preso è stato di sottoporre, dando per scontato il diniego già espresso al tavolo, alla Direzione Generale Europa le nostre richieste per l’eventuale proroga della chiusura del punto vendita e l’utilizzo dei propri partner per eventuali ricollocazioni sul territorio”, incalza il sindacalista, che ricorda: “Il punto vendita Nike di Città Sant’Angelo gode di ottima salute, portando regolarmente utili in azienda ed essendo in continua progressione di fatturato, risulta quindi inspiegabile la chiusura le cui motivazioni vengono tenute segrete dalla direzione Nike B.V. Risulta evidente che, gli argomenti portati al tavolo di confronto dalla Nike B.V. non forniscono alcuna garanzia occupazionale, inoltre il loro continuo rigetto di tutte le proposte sottoposte dalla Filcams-CGIL non permettono nemmeno di poter guadagnare tempo (tramite la proroga della data di chiusura) per poter lavorare in sinergia con la direzione Outlet e le istituzioni territoriali al fine di trovare eventuali ricollocazioni alle lavoratrici e lavoratori prima di finire nel baratro dell’inevitabile perdita del lavoro.
Dopo la fumata nera, pertanto, la Filcams Cgil ha deciso di proclamare, insieme ai dipendenti della Nike, delle giornate di sciopero ad oltranza, concomitanti con tutti i fine settimana fino alla presunta chiusura definitiva del punto vendita prevista per la data del 17 Novembre.
“Inoltre si richiederà di promuovere un nuovo tavolo di confronto presso la Regione Abruzzo chiedendo la presenza della Nike B.V., la Direzione Outlet e l’Amministrazione Comunale di Città Sant’Angelo, ai quali si chiede di svolgere la loro parte in questa delicata vertenza”, conclude Urbano.