A Pescara ci sono 60 imbarcazioni a strascico e 15 vongolare, per oltre 250 lavoratori imbarcati.
Francesco Scordella, Presidente dell’ Associazione Armatori Pescara spiega che “per protesta domani riconsegneremo i libretti e i documenti alla Direzione Marittima. Dopo due anni di pandemia e il problema dei bassi fondali ci mancava il caro gasolio. In questa situazione siamo al collasso e così perché il costo energetico supera le entrate. Basta a questo punto andare in mare e ora aspettiamo di incontrare le istituzioni per trovare quelle soluzioni che non sono più rinviabili. Attorno alla marineria ci sono le nostre famiglie, l’indotto, il commercio del pesce e la ristorazione e quindi parliamo di una fetta importante per l’economia locale. Sui tavoli dobbiamo andare noi e per questo chiediamo una riduzione sugli oneri di pesca e anche sul fermo pesca”.
Allo stato di agitazione aderiscono anche le marinerie abruzzesi di Giulianova, Ortona e Vasto.