Bussi sul Tirino. E’ iniziata la caratterizzazione nell’area della discarica Tre Monti, la prima scoperta a Bussi dal Corpo Forestale dello Stato nel 2007.
A riferirlo è il consigliere PD Antonio Blasioli, membro della Commissione regionale presieduta da Giovanni Legnini che tornerà a riunirsi oggi a L’Aquila.
“Dopo l’approvazione del progetto di bonifica presentato da Edison con decreto del Ministero dell’ambiente del 6 agosto 2018 la caratterizzazione è operativa su un’area che ospita 130.000 metri cubi di rifiuti a una profondità che varia tra i 6 e i 14 metri – illustra il consigliere – Fu proprio per questo che nel 2013/2014 la gestione commissariale agì con capping e palancolatura di 20 metri di profondità per limitarne le emissioni nell’ambiente, rimedi che tuttavia non hanno del tutto fermato l’inquinamento, come dimostrano le analisi Arta eseguite da allora a oggi: un inquinamento che neanche il sistema di barrieramento idraulico Pump & Stock nel 2017 è riuscito ad arginare”.
in questi giorni la società Arcadis, per conto di Edison, ha suddiviso l’area in una griglia di azione e ha provveduto a posizionarci delle barriere al fine di eseguire il prelievo del terreno e caratterizzare i rifiuti a seconda della loro natura. Dopo Edison, entreranno in campo le analisi dell’Arta e a seguire sarà possibile rimuovere tutti i rifiuti presenti nella zona nord della Tre Monti.
“Un sito utilizzato senza alcuna autorizzazione per stoccare materiale pericoloso”, ricorda Blasioli, “posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Pescara e parte dei Siti di Interesse Nazionale monitorati dal Ministero dell’Ambiente dal 2008. E’ un’area di 35.000 meetri quadri situata alla sinistra del fiume Pescara e in prossimità alla confluenza dell’affluente Tirino. Lì sotto ci sono peci clorurate (sali di esacloretano che è il tracciante dei rifiuti e clorometano), a un passo non ci sono solo i due fiumi, ma la stazione di Bussi sul Tirino e la galleria che porta a Bussi, sopra, invece, corre la doppia corsia della Strada dei Parchi. Dopo 12 anni di attesa e l’adozione di misure di sicurezza di emergenza portate avanti dal Commissario Adriano Goio, per questa parte del SIN manca ancora l’individuazione del soggetto inquinatore e colgo l’occasione per sollecitare la Provincia di Pescara a farlo il prima possibile perché si possa agire”.
Nella zona sud del sito, invece, a causa della composizione granulosa del materiale presente, si procederà con un progetto pilota che terminerà solo quando i piezometri che controllano le sostanze nel terreno attesteranno la fine dell’inquinamento. Un procedimento noto come desorbimento termico, che richiederà un riscaldamento dell’area sotto la protezione del capping, in modo da trasformare le sostanze tossiche in gas e assorbirle in sicurezza. “Perché nulla fuoriesca”, assicura Blasioli, “il riscaldamento dovrà essere accompagnato da sistemi di contenimento laterale al sito, abbinati al trattamento termico, concordando azioni e procedure con Ispra e Arta Abruzzo. Nel caso in cui dagli esiti del progetto pilota in corso non dovesse essere confermata l’applicabilità della tecnologia di bonifica proposta sul terreno, si dovrà procedere immediatamente alla rimozione dei rifiuti anche nell’Area Nord. E’ immaginabile che questa operazione durerà anche qualche anno, ma è importante che i tempi vengano resi sostenibili, perché i siti su cui intervenire sono diversi e con diverse peculiarità e urgenze”.