Bussi sul Tirino. Il report periodico del Ministero della transizione ecologica sullo stato di avanzamento delle bonifiche nei Siti Nazionali di Bonifiche riporta per il sito inquinato di Bussi, a 14 anni dalla sua istituzione lo 0% di acque sotterranee bonificate e l’1% di terreni bonificati rispetto ai 236 ettari del sito.
“Il ministero autocertifica il proprio fallimento”, tuona in una nota il Forum abruzzese per i diritti dell’Acqua, che aggiunge: “A Bussi dopo quasi tre lustri non sono neanche riusciti a finire di caratterizzare l’area, cioè a descrivere lo stato di contaminazione, fermi al 60% della superficie del SIN. Solo per il 5% dell’area risulta presentato il progetto di bonifica”.
“Di questo passo ci vorranno secoli per avere in Italia e a Bussi le bonifiche complete. In altri paesi hanno risanato intere regioni in 5-10 anni”, dichiara Augusto De Sanctis del Forum H2O, “Quasi tutti i 42 siti nazionali sono nella stessa condizione. L’apparato industriale italiano e le varie multinazionali hanno così gioco facile nel spendere meno o per nulla rispetto alle decine di miliardi di euro che dovrebbero impiegare per risanare i disastri che hanno fatto in giro per l’Italia”.
“Per far rispettare il principio del Chi inquina paga a Bussi abbiamo dovuto impegnare tutte le nostre forze per anni superando inerzie e ostacoli di ogni tipo”, aggiunge De Sanctis, “oggi almeno è stato individuato in Edison il responsabile della contaminazione che dovrà operare per le bonifiche. Sono partiti i primi lavori alla discarica Tremonti e a Piano d’Orta. Dobbiamo pure sentirci gratificati dei risultati ottenuti visto che in tanti altri posti i siti sono definiti orfani perché non si sa chi ha inquinato”.