Ai toni ottimistici, però, si contrappone l’annuncio di “una razionalizzazione dei costi di struttura e una riorganizzazione della matrice produttiva”. Brioni, annuncia una nota diffusa dal brand dell’alta sartoria, “si trova costretta a intraprendere un duraturo e improrogabile percorso di interventi di razionalizzazione dei costi e ridimensionamento dei siti produttivi di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova”, tutti in provincia di Pescara, “che attualmente possono contare su un organico di oltre 1.000 lavoratori”.
Brioni, prosegue la nota, intende “mettere a disposizione delle risorse coinvolte, stimate fino a un massimo di circa 320 lavoratori tra diretti e indiretti di produzione, ogni più opportuno strumento per ridurre, quanto più possibile, il conseguente impatto sociale, comprese misure per il reimpiego”. “Alla luce di tale sofferta decisione, Brioni conferma la propria ferma intenzione di non voler procedere in via unilaterale, ma anzi in una logica di confronto costruttivo e di dialogo con le Organizzazioni Sindacali e con tutte le parti”. All’incontro erano presenti anche rappresentanti del ministero del Lavoro, della Regione Abruzzo, della Regione Lombardia e delle sigle sindacali rappresentate in Azienda.
A criticare la decisione è, in primis, il sindaco di Penne, Mario Semproni, che afferma: “Il piano industriale presentato al Mise rappresenta una doccia fredda per la comunità vestina. Il ridimensionamento dei siti produttivi, che prevede 320 esuberi, è inaccettabile. Dopo l’emergenza sanitaria, rischiamo ora l’emergenza sociale”.
“Sarà nostra priorità – aggiunge l’assessore comunale alle Attività produttive, Gilberto Petrucci – attivare ogni utile strumento per salvaguardare i lavoratori. Questa mattina abbiamo chiesto un incontro all’amministratore delegato di Brioni, Mehdi Benabadji, per conoscere il nuovo piano industriale e scongiurare il taglio di posti di lavoro”, conclude Semproni.
Guerino Testa: “Battaglia che dobbiamo vincere tutti”. “Il taglio del personale annunciato dalla Brioni, eccellenza manifatturiera della nostra regione e punto d’orgoglio della provincia di Pescara e dell’area Vestina, rappresenta una questione di interesse generale che necessita di una sinergia politico-amministrativa unitaria. Che la casa dell’alta moda maschile abruzzese faccia parte di Kering – solido gruppo che opera nel settore del lusso e che possiede storici marchi nazionali ed internazionali, tra i quali Gucci, Yves Saint Laurent e Alexander McQueen – è cosa nota, a testimonianza di come, attraverso l’artigianato locale, l’azienda sia riuscita a diventare un veicolo di sviluppo economico di forte importanza. Apprezzo l’apertura dei vertici aziendali a non agire unilateralmente rispetto ai dichiarati esuberi e in qualità di Consigliere regionale e di Capogruppo di FdI attesto il mio impegno, a trovare con la Regione, in questo sono certo di trovare la piena disponibilità del presidente Marsilio – e a perorare la causa anche sui tavoli nazionali – tutti gli strumenti utili a sostenere le criticità annunciate con il piano industriale, con l’obiettivo di limitare al massimo il danno sociale. Questa è una battaglia che dobbiamo vincere tutti”.
“La Regione è pronta a fare la sua parte nella vertenza Brioni”. Lo afferma l’assessore regionale alle Politiche del lavoro, Pietro Quaresimale, dopo la decisione dell’azienda di Penne. “Ero presente al tavolo promosso dal ministero dello Sviluppo economico – ha detto l’assessore Quaresimale – e ho potuto verificare dalla viva voce dei vertici la linea che intende adottare il marchio di alta moda sul fronte della produzione. È ancora presto per fare valutazioni sullo stato della vertenza, anche se la nota ufficiale dell’azienda conferma il taglio occupazionale. Metteremo in campo ogni azione necessaria e siamo pronti ad attivare iniziative istituzionali che siano in grado di farci capire quali possibilità di negoziazione ci sono con l’azienda”.