Pescara. Da quasi 9 anni, precisamente dal 12 giugno 2013, presso l’Ospedale di Pescara è attiva Una culla per la vita: una culla termica per accogliere neonati abbandonati, donata e recentemente ristrutturata dall’associazione Soroptimist International.
La culla, versione moderna della medievale Ruota degli Esposti dove le madri in difficoltà abbandonavano i bambini appena nati, vuole essere ancora oggi uno strumento di aiuto per quelle donne che arrivano a fare una scelta così estrema e dolorosa, lasciando il neonato in un luogo caldo e sicuro, ed in anonimato.
La culla è collocata in via Renato Paolini 47, al piano terra della palazzina rossa, in un’area facilmente accessibile, tale da garantire la massima riservatezza. Nell’area di accesso infatti non ci sono videocamere, la porta può essere aperta con una semplice pressione che, tramite dei sensori, allerta semplicemente la vigilanza dell’ingresso nel locale.
Attraverso un pulsante si apre la finestra dell’ambiente protetto in cui è installata la culla. Una volta collocato il neonato, la porta della culla si richiude dopo pochi secondi e non può più essere riaperta fino alla presa in carico del bambino da parte del personale sanitario. Il piccolo viene poi accolto in Neonatologia ed accudito, sia dal personale sanitario che dalle volontarie dell’Abbraccio dei prematuri per le coccole, informando subito il Servizio Sociale Ospedaliero per la presa in carico del piccolo.
“Si tratta di una struttura concepita appositamente per permettere ai genitori in difficoltà di lasciare, in condizioni di totale sicurezza il proprio bambino. La culla è infatti dotata di specifici dispositivi che accolgono il neonato, allertano il personale che si recherà rapidamente dal bambino e nel frattempo regolano la temperatura per garantire al piccolo una condizione ambientale adeguata”, spiega la dottoressa Susanna Di Valerio, Direttore della Terapia Intensiva Neonatale, Neonatologia e Nido, “Il dispositivo che allerta il personale sanitario è attivo 24 h/24h tutelando la salute del neonato e la privacy dei genitori. L’ospedale è altresì attivo per sostenere, accompagnare e rispettare la donna che effettua il parto in anonimato”.
La normativa vigente prevede, in riferimento alle gestanti, il diritto, senza vincoli di residenza e nazionalità, comprese quindi le donne migranti e/o che sono in Italia clandestinamente, di partorire in anonimato, ossia senza riconoscere il neonato. Il percorso del parto in anonimato consente di garantire il diritto alla salute sia della donna che del nascituro.
Da inizio 2016 al dicembre 2022 nel Presidio Ospedaliero di Pescara si sono verificati 9 parti di donne che non hanno acconsentito ad essere nominate al momento della nascita del figlio. In tale situazioni in assoluta protezione della donna, alle volte presa in carico ancora durante la gestazione e, tutela del bambino, gli Assistenti Sociali del Servizio Sociale Ospedaliero della ASL di Pescara hanno avviato interventi di protezione e tutela tramite le Autorità Giudiziarie competenti.