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Aborto farmacologico: ora anche a Pescara

Pescara. Anche la Asl di Pescara ha recepito il percorso assistenziale per l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico entro il novantesimo giorno di amenorrea.

Il servizio sarà erogato presso l’Ambulatorio Ostetrico-Ginecologico del Presidio di via Rio Sparto.

A stabilirlo è una deliberazione del Direttore Generale della ASL di Pescara, Vincenzo Ciamponi.

“È una notizia che apprendo con soddisfazione”, afferma il consigliere regionale Sara Marcozzi, “Dopo le tante interpellanze da me protocollate e discusse in Consiglio regionale sul tema, arriva in Abruzzo un segnale preciso a tutela delle donne, che va nella direzione indicata dal Ministero della Sanità nell’agosto 2020. Ringrazio i vertici della Asl e l’Assessore Verì che negli ultimi mesi si è mostrata sensibile a questa tematica, portando in aula risposte puntali che ora trovano effetti concreti”.

“Si tratta di un netto cambio di passo rispetto al passato, in particolare con riferimento alla nota del Dipartimento Sanità regionale del 2 febbraio 2021, quando si raccomandava la somministrazione del farmaco per l’interruzione di gravidanza in ambito ospedaliero”, aggiunge Marcozzi.

Soddisfatti anche il Collettivo Zona Fucsia e la CGIL Pescara: “Nell’agosto 2020, in piena emergenza sanitaria, su sollecitazione della società civile e delle società scientifiche italiane, è stata pubblicata la Circolare del Ministero della salute che ha aggiornato le Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine”, spiegano in una nota, “La circolare ministeriale prevede l’estensione della metodica farmacologica e la possibilità di effettuare l’IVG in regime di day-hospital e in regime ambulatoriale, presso strutture pubbliche, come i consultori, se adeguatamente attrezzate, e autorizzate dalla Regione. Ma dopo oltre due anni dalla sua pubblicazione, l’aggiornamento delle linee di indirizzo ministeriali è stato recepito, con sostanziali differenze di interpretazione, solo da alcune regioni.

“L’Abruzzo, lo ricordiamo, resta una Regione dove il diritto di abortire è una chimera in alcune province come Chieti dove l’ASL non garantisce il rispetto della Legge 194. Troppi i medici obiettori di coscienza e troppi ancora i tentativi di colpire una legge che riconosce invece il diritto di autodeterminazione delle donne”, concludono Cgil e Zona Fucsia.