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A Pescara con la famiglia bloccata in Ucraina: “Rischioso anche scappare”

Pescara. “Hanno bombardato l’aeroporto e le torri di controllo, oltre a due basi militari. Il timore è che a breve possano prendere possesso della città. Sono lì, terrorizzati, con le valigie, pronti a scappare, ma è troppo rischioso muoversi”.

Così Marina, 38enne russa residente a Pescara, racconta la storia di sua sorella, bloccata con la famiglia in Ucraina, a Dnipro, nell’Oblast di Dnipropetrovs’k.

La donna è con il marito e con il figlio di nove anni. Sua sorella, dall’Abruzzo, ha raccontato all’agenzia di stampa Ansa di come in piena notte siano stati svegliati “dal rumore delle bombe. I militari russi – dice – sono entrati nella città e le forze ucraine si sono fatte da parte. Sono tre settimane che le dicevo di raggiungermi qui, ma lei è voluta rimanere lì con la famiglia. Alcuni nei giorni scorsi sono arrivati fino al confine con la Polonia, ma ora non ci si può più muovere, è troppo pericoloso”.

Di origini russe, ma da 16 anni residente a Pescara, Marina sottolinea che “fino a ieri non avevo pensieri brutti su Putin, che ha sempre fatto cose positive per il Paese. Ora non so cosa pensare, non riesco a ragionare, sono troppo spaventata. Forse è uscito fuori di testa. Non riesco a credere che stia facendo una cosa del genere”, conclude la giovane.