Tra queste la salma di Dante Di Quilio, il minatore di Alanno, l’unico italiano tra i dispersi riconosciuto a 67 anni di stanza con l’esame del dna.
A Marcinelle era presente la figlia Dantina, che così si chiama perché “sono nata un mese
dopo la tragedia di mio padre che non ho così mai conosciuto – racconta la donna – e
quest’anno compirò esattamente i 67 anni che ci dividono dalla strage dei minatori”.
Alla cerimonia c’erano le istituzioni comunali belghe e il console italiano, tanta stampa e
tv. “E’ stata una emozione sapere che avevano rintracciato la salma di mio padre – racconta
la figlia del minatore abruzzese – e tutto è nato per caso, perchè nel giugno scorso davanti al Bois passava mio cugino che vive qui e si è accorto che c’era del movimento. Ha chiesto
cosa succedesse e da lì è partita la richiesta per il prelievo del mio dna: quando mi hanno
comunicato che quello era mio padre, l’emozione è stata fortissima. Al paese in Italia nella
Dantina racconta di essere stata avvicinata da gente del posto che aveva conosciuto il
padre, segno che “qui in Belgio Marcinelle è ancora ricordata con commozione. E anche noi
non dovremmo dimenticare che quelle povere vittime erano migranti economici: per ogni