Cepagatti. E’ morto nella notte, a Cepagatti, Piero Accettella, allevatore, addestratore comportamentista cinofilo, che nel 1975 avviò la selezione dell’attuale cane da Pastore Italiano, battezzando questa razza.
Il “padre” del Pastore italiano era anche presidente di un fan club (www.pastoreitaliano.it), un’associazione culturale cinofila (non profit), nata nel 2005, con sede a Cepagatti. Su Accettella, nato il 5 gennaio 1953 a Lama dei Peligni ha scritto un libro (con Dvd) Sergio Marchi, intitolato “Cinofilia, Filosofia di Vita. Il pastore italiano”, rivolto agli appassionati di cani e anche a chi vorrebbe averne uno, una sorta di vademecum con un glossario e tante foto.
“Mentre tutti consigliano di avere un cane – disse Accettella nel 2013 presentando il volume a Pescara – io lo sconsiglio perché è una cosa seria, dovrebbe essere una filosofia di vita, che però in Italia manca. Basti pensare che nei nostri canili ci sono tre milioni di animali, e costano milioni di euro. Il nostro, poi, è l’unico Paese dove esiste il meticcio, un prodotto dell’incuria dell’uomo che da noi rappresenta una specie di status symbol. Questo vuol dire che qualcosa non va”.
Per il creatore del Pastore italiano “il cane dovrebbe essere un componente a tutti gli effetti della famiglia e attorno a questo animale si dovrebbe creare un comportamento unanime, una sorta di branco, partendo dal presupposto che il cane va educato”.